Titolo: Digging up the Marrow
Regia: Adam Green
Anno: 2014
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5
Green interpreta se stesso mentre
lavora a un documentario sull'arte dei mostri fino a quando viene
contattato da un uomo misterioso di nome William Dekker. Dekker
sostiene di poter dimostrare che i mostri sono reali e insiste che
queste grottesche creature sono degli umanoidi dimenticati e
orribilmente deformi che abitano una vasta metropoli sotterranea dei
dannati.
Adam Green non è un regista horror
americano di quelli da far perdere la testa.
Nella manciata di film che ha fatto, le
idee originali sono tiratissime e a parte una buona tecnica, non ha
grossi pregi che lo facciano salire in cima nella rosa dei the best
(di cui la maggior parte, ricordo bene, sono europei).
Però almeno cerca, direi che questo
film in parte ne è la prova, di cercare di redimersi, dandosi da
fare e spremendo le meningi per non creare il solito mostro di turno
HATCHET o situazioni carine e nulla più FROZEN.
Per alcuni aspetti mi ha i nuovo fatto
venir voglia di vedere quel cult di CABAL per altri mi è sembrato un
esperimento solo in parte riuscito soprattutto perchè rivelando già
tutto in partenza non permette mai allo spettatore di immedesimarsi
nel regista o in Dekker (tra l'altro Ray Wise cosa si è fumato...),
giocando con il meta-cinema, andandoci sotto e commettendo un sacco
di errori oltre che autocitarsi continuamente come se fosse il
migliore tra i registi horror americani contemporanei.
E'un film che parla troppo, Green non
sa recitare, ha una moglie figa a cui dovrebbe pensare di più, è se
è vero che dice che lavora anche ventidue ore al giorno, beh allora
e buono che si faccia due domande. Quello che mi sembra è uno molto
fortunato e raccomandato.
Questo suo ultimo film ha l'encomiabile
pregio di citare i mostri, di credere nei mostri ( e giustamente non
negli alieni come dice in un dialogo), ma allo stesso tempo il film
poteva forse solo funzionare una decina di anni fa, in cui sotto
certi aspetti, poteva quasi sembrare una scelta originale.
Il mockumentary spesso e volentieri, se
non dato in mano a professionisti, è noioso.
Green cerca di superare tutti gli
ostacoli provando ad essere più furbo del previsto ma senza
riuscirci. Quindi non mostra quasi mai, suggerisce o fa intuire un
orrore che però non arriva (le ultime due scene sono davvero
patetiche) e crea il suo film più indie e low-budget pensando di
aver fatto una mezza genialata.
Forse per qualcuno lo sarà, per me è
la riprova di un regista enormemente pompato.
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