domenica 18 aprile 2021

Buco


Titolo: Buco
Regia: Galder Gaztelu-Urrutia
Anno: 2019
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

In un futuro non così improbabile, Goreng si fa rinchiudere volontariamente in una sorta di prigione tecnologica a livelli verticali. Quello che distingue i vari detenuti è l’abbondanza di cibo, che arriva ogni giorno su una piattaforma mobile ferma a ogni piano per pochissimo tempo. Ci sono più di 100 livelli e più si scende meno resta per chi è sotto. In ogni cella ci sono due persone che non si sono mai conosciute prima.
 
El Hoyo è il tipico film furbetto e ambizioso che con una struttura atipica e una complessa geometria di scenografie cattura subito l'interesse dello spettatore portandolo a farsi mille domande per avere solo in parte alcune risposte. Un film costipato di simbologie e dettagli a cui fare estrema attenzione come poteva essere per un altro film giocato su un discorso simile, il semi capolavoro Snowpiercer. Una struttura atipica, un ritmo vertiginoso, un'atmosfera solida e gelida come la fotografia e le pareti della prigione. Una metafora sul consumismo, su dove si è disposti ad arrivare pur di rincorrere la propria ambizione oppure sfogare i sentimenti più beceri o squallidi oppure giocare all'esperimento sociale per curiosità. Un film sicuramente non esente da difetti, preciso però nell'affondare la critica e le bestialità umane, in un continuo sali scendi voluto per spiazzare lo spettatore e renderlo vittima inconsapevole di cosa realmente sta succedendo o quali siano gli intenti, dall'altro per un gioco o un progetto del quale non si arriva mai a capire il significato ( a differenza invece del film di Bong Joon-ho dove Ed Harris alla fine spiegava a Curtis l'obbiettivo). Sicuramente impreziosito da una cura maniacale per i dettagli, da inquadrature perfette e interpretazioni molto intense, El hoyo non sarà il film dell'anno ma almeno si mette in gioco con uno scopo davvero apprezzabile.

Nessun commento:

Posta un commento