giovedì 16 aprile 2020

Underwater


Titolo: Underwater
Regia: William Eubank
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un gruppo di scienziati sta lavorando sott'acqua quando vengono travolti da un terremoto. I sopravvissuti dovranno fare delle scelte estreme per rimanere vivi.

Underwater è stato preda di un accanimento in negativo che mi ha lasciato perplesso.
Sicuramente non esente da difetti, l’opera di Eubank ci porta nelle profondità marine e quindi già per questo ha tutta la mia attenzione. E’un b movie che soprattutto nel primo atto riesce nel suo obbiettivo quello di cospargere tutto di un pessimismo cosmico all’interno della base sperimentale di perforazione, facendoci capire come tutto l’impianto rimanda al survival movie con inquadrature claustrofobiche e un buio minaccioso che soprattutto nel secondo atto sarà uno dei veri protagonisti.
Fin da subito capiamo che l’incidente scatenante avverrà subito, senza stare a prendersi troppo tempo per mostrarci i personaggi e la loro psicologia ma andando dritto al punto, la sopravvivenza ad ogni costo che richiederà sacrifici, vittime, carne da estirpare, tute che imploderanno, la pressione costante che sfinirà i protagonisti e una minaccia che aprirà le fauci immense proprio nei fondali di una natura ormai stufa di essere violentata e trivellata.
Underwater ha una bella atmosfera, una deliziosa e curata messa in scena, effetti speciali che non esagerano mai, ma arrivano precisi a fare il loro dovere e mostrarci una popolazione subacquea piena di polipi giganti e anfibi che sembrano mostri della laguna più cazzuti, esseri che sembrano materializzarsi per poi svanire come nebbia. Underwater deraglia da tante scelte che potevano apparire scontate e inverosimili, cercando di aprirsi una strada insidiosa e fatta tutta di scelte prese all’ultimo, di soluzioni che non potranno portare mai a nulla di buono sapendo bene che ciò che si è andato a risvegliare avrà la meglio.
Underwater è un film dove i personaggi a parte Norah, sembrano non esistere come se fossero tutti preda della sua immaginazione (contando che è solo lei che di fatto accende i segnali di speranza) mentre gli altri potrebbero essere una suggestione che si è creata negli abissi della sua psiche. Partendo da questa riflessione il film potrebbe aprire un’altra valvola di interpretazioni per accrescere la sua forza evocativa.

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