Titolo: Cold Skin
Regia: Xavier Gens
Anno: 2017
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5
Un giovane irlandese accetta l'incarico
di trascorrere un anno su un'isola vicino al Circolo Antartico per
osservare le condizioni meteorologiche del luogo. Convinto di essere
solo, scoprirà presto che sull'isola ci sono altre creature poco
ospitali con lui
Gens è uno dei quei registi della
new-horror che più mi garbano assieme a Weathley, Du Welz, Mo
Brothers, Marshall, Laugier, Balaguero, Bustillo e i due fratelli
israeliani più tanti altri nomi.
Per un attimo avevo paura che c'è lo
fossimo persi da qualche parte accettando lavori di ripiego come
Crucifixion
e la firma a quella fetenzia di nome HITMAN.
Gens è da sfruttare per altre cose
come questo lavoro che seppur derivativo, segna un importante passo
in avanti nell'avanscoperta su un genere quanto mai brulicante di
elementi nuovi.
Si torna a scomodare il maestro
dell'orrore cosmico anche se qui le triangolazioni sono minori
rispetto agli ultimi horror crepuscolari che hanno deciso di
omaggiare il maestro di Providence.
Una dark story fantasy che se non fosse
per l'assedio delle creature sembrerebbe fin troppo reale smarcandosi
tra intrecci letterari con tantissimi riferimenti soprattutto ai
classici.
Alla fine più che l'incontro col
mostro, è la storia di un approdo e della solitudine su un'isola
perduta tra due uomini e una creatura femminile che sembra aspettare
che siano gli altri a scegliere per lei e per gli altri.
Forse è una delle prime volte nel
cinema conosciamo un osservatore metereologico che per dimenticare il
passato decide di isolarsi alle prese con eventi naturali e
incredibili che riflettono e minano la sua identità e interiorità
arrivando presto a scoprire e qui il messaggio che arriva fumoso e
confuso che queste creature erano gli abitanti di quell'isola e che
ancora una volta l'uomo bianco come per gli indiani gli ha sterminati
per i propri interessi.
Un film che con un budget misurato e
dei buoni effetti speciali (il make up è ottimo) poteva certamente
dare qualcosa di più in termini di storia a differenza invece di una
messa in scena elegante e in grado di trasmettere anche se non come
mi immaginavo una buona dose di tensione ed empatia soprattutto per
quanto concerne il rapporto con Aneris.
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