Un investigatore privato viene contattato da una donna che è molto preoccupata dagli strani atteggiamenti del marito. Quest'ultimo, brillante scienziato, si dedica ossessivamente a misteriosi esperimenti che sembrano coinvolgere cadaveri animali ed umani. Isolatosi in una decadente mansione, fuori città, l'uomo non vuole avere contatti con la moglie e intensifica i suoi esperimenti, coadiuvato da un misterioso ed inquietante figuro. L'investigatore, scettico inizialmente, si mette ad indagare ma ciò che scoprirà andrà ben oltre i suoi peggiori incubi.
Dan O'Bannon era un caro amico di Carpenter e nella sua carriera ha diretto solo due film a cui rimango molto affezionato. Questo in particolare perchè oltre ad essere una trasposizione di uno dei celebri racconti di Lovecraft sembra incontrare nel finale le porte dell'inferno di Barker regalando liquami, mostri e un nugolo di creature amorfe gelatinose, putride e viscide a non finire. Dan O'Bannon predilige in questo caso un tipo di narrazione in soggettiva, portata avanti dall'investigatore che racconta di fatti accaduti in passato a Providence riguardanti il sig. Ward e i suoi contatti con l'Aldilà, sfruttando una tecnica che era stata adottata in maniera allora geniale nel cult NOMADS. Senza soffermarsi troppo sulla trama che segue in maniera pedestre il racconto, il film cerca in tutto e per tutto di dare enfasi ad un atmosfera, alle luci spesso lugubre e una recitazione che funziona in quasi tutti i reparti. Soprattutto negli effetti speciali sporchi sfruttando materiali con un budget più che decente sfruttando molto bene le maschere, passo uno (o stop motion) sangue e liquami a volontà soprattutto nelle trasformazioni a parte la scena finale nell'ospedale psichiatrico.
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