domenica 26 ottobre 2025

Everyone will burn


Titolo: Everyone will burn
Regia: David Hebrero
Anno: 2021
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

In un piccolo villaggio di Leon, Maria José si prepara a porre fine alla sua vita dopo non essere riuscita a superare la morte del figlio. Tutto però cambia quando riceve la visita di Lucia, una bambina che potrebbe essere collegata a una leggenda locale sull'apocalisse. Con l'enigmatica Maria al suo fianco, Maria José affronterà la città che l'ha emarginata e il marito che l'ha abbandonata, sentendosi nuovamente madre.
 
A me piace quando gli spagnoli esagerano dimostrando di riuscire nell'impresa.
Un cinema che passa spesso inosservato forse perchè da noi mal distribuito ma negli ultimi anni ha saputo regalare delle chicche degne di nota come la splendida opera malinconica d'animazione di Pablo Berger o quel capolavoro che è la MESITA DEL COMEDOR uno dei migliori film di tutto il 2022. Qui abbiamo un pianeta decimato da incendi, nani con super poteri, masse di gente decelebrata, la Santanchè e molto altro ancora. Macarena Gomez ancora una volta dimostra di essere uno dei più grandi talenti della sua generazione dando carattere e personalità ad una donna fragile con una grossa perdita che vuole semplicemente farla pagare a tutti affinchè magari "tutti possano bruciare". Abbiamo soprannaturale, superstizione, possessione, poteri extrasensoriali, il tutto legato a questo patto tra la bimba senza nome che verrà chiamata Lucia e Maria che da "madre" dovrà cercare di livellare il potere pazzesco che si nasconde in quella che appare come un'inviata dal divino quale esso sia lascerò a voi scoprirlo

Bring her back


Titolo: Bring her back
Regia: Danny Philippou, Michael Philippou
Anno: 2025
Paese: Australia
Giudizio: 4/5

Dopo la scomparsa del padre, trovato morto sotto la doccia, Andy vorrebbe l'affidamento della sorella Piper, ipovedente, a cui è molto legato. Però gli mancano tre mesi ai diciotto anni e perciò Andy ottiene per il momento solo di non essere separato dalla sorella e di essere anche lui affidato provvisoriamente a Laura, una ex assistente sociale che ha perso la figlia dodicenne Cathy, annegata. Laura li accoglie con notevole cordialità.
Nella sua casa, grande e isolata, c'è anche Oliver, un altro ragazzino affidato a lei che non parla in seguito a un trauma. Ancora turbato dai postumi del rapporto problematico che aveva col padre, Andy cerca di mostrarsi affidabile per non compromettere le possibilità dell'affidamento della sorella, ma la vita a casa di Laura si mostra subito ricca di mistero e di inquietudine. Laura, infatti, sembra seguire un suo piano diretto a qualcosa di oscuro e tenebroso.
 
Il problema dell'horror o di alcuni film di genere in generale è quando vengono osannati a prescindere. Capita soprattutto in questo genere quando possono esserci alcune annate sfortunate. Ora senza stare a elencare tutti gli horror visti del 2025 questo è di sicuro tra i più interessanti. Perchè è un horror sul sociale, pieno di scene d'effetto, di due giovani registi australiani che ci credono, hanno talento e voglia di mettersi in gioco e hanno dimostrato di saperci fare con TALK TO ME e poi riescono a far paura senza giocare con jump scared ma incontrando le fragilità e le debolezze dello spettatore. Perchè qui c'è tanta carne al fuoco. Genitori disfunzionali, dramma familiare, magia nera, tutto in una discesa disturbante nella follia del lutto e nella sete di resurrezione, guidata da un rituale oscuro, ambiguo e brutale. Un horror soprannaturale che parla di possessioni, misteriose videocassette in lingua russa che mostrano rituali e gente che sembra tornare in vita in stati quasi mostruosi. Il film è costellato da immagini disturbanti: denti spezzati, corpi gonfi, autolesionismo estremo, bambini traumatizzati. Ma più ancora della violenza visiva, colpisce la rappresentazione dell’alienazione emotiva: Andy tenta disperatamente di proteggere Piper, ma viene discreditato, isolato, ucciso. Piper invece, nonostante la cecità, riesce a vedere la verità più degli adulti che la circondano.

Alien-Pianeta Terra-Season 1


Titolo: Alien-Pianeta Terra-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2025
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Alien: Pianeta Terra" è ambientata nel 2120, poco prima del primo film di Alien, e segue la giovane Wendy, un ibrido (conoscenza umana in corpo sintetico), che, insieme a una squadra di soldati, indaga su una nave spaziale precipitata sulla Terra. Insieme scoprono forme di vita aliene che minacciano il pianeta, spingendo la squadra a lottare per la sopravvivenza. La trama esplora l'identità umana e il controllo tecnologico in un mondo dominato da mega-corporazioni, affrontando le implicazioni della creazione degli ibridi e il confronto tra diverse forme di esistenza.

Gli xenomorfi non si possono addomesticare. Già in Jurassic World succedeva una scelta scriteriata simile dove Pratt addomesticava i Velociraptor.
La serie TV Alien: Pianeta Terra si colloca cronologicamente due anni prima del film originale Alien del 1979, ambientata nel 2120, segnando la prima volta che la saga esplora l'orrore degli xenomorfi direttamente sulla Terra. La storia si svolge in un mondo futuro dominato da potenti corporazioni scientifiche, come la Weyland-Yutani, e si posiziona come un prequel per la linea temporale principale del franchise. Fare una saga di Alien ambientandola addirittura prima dei fatti che tutti conosciamo era davvero un grandissimo rischio. Farlo poi con un cast giovane e immettendo mostri e orrori cosmici e tanto altro ancora faceva ben sperare contando che il film di Alvarez, l'ultimo uscito era andato bene ma poteva fare molto di più senza tutte quelle citazioni.
Qui ci sono perchè sembra impossibile per saghe come queste non richiamare i soliti stereotipi classici. Però funziona a livello di trama almeno nei primi episodi, mischia umani, androidi, cyborg e ibridi e poi mostra un'astronave piena di simpatiche creature cacciate nei pianeti più remoti.
La Disney finalmente sta puntando anche lei dopo alcuni film di genere a serie horror prestigiose cercando di dare spettacolo ma forzando come in questo caso alcuni elementi fondamentali della storia in generale e della brutalità degli alieni in questione
Pianeta Terra funziona meglio quando diventa filosofico più che quando passa all'azione e all'orrore. Ci sono alcuni momenti memorabili come l'occhio di polipo parassita nella capra nella scena in cui fa morire uno dei bambini sperduti nelle teche dove appunto vengono intrappolate le specie inedite. Quest'ultimo Alien medita sul futuro imminente dell’umanità: “Viviamo in un mondo in cui la natura sta iniziando a rivoltarcisi contro e la tecnologia che abbiamo creato potrebbe fare lo stesso" osserva Hawley. “Alien parla proprio di questo, di mostri primordiali e di una Ai perversa che cercano di uccidere Ripley. Ed è più che mai attuale”

Marvel zombies-Season 1


Titolo: Marvel zombies-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2025
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 4
Giudizio: 4/5

La trama di Marvel Zombies segue un gruppo di sopravvissuti, tra cui Kamala Khan, Kate Bishop e Riri Williams, che cercano una cura per un'epidemia zombie che ha trasformato la maggior parte degli eroi e della popolazione mondiale, compresi gli Avengers. Il loro viaggio li porta ad attraversare un mondo distopico, affrontando pericoli e combattendo contro versioni infette di supereroi e supercriminali, come una Queen Zombie Wanda Maximoff, mentre cercano di salvare il mondo da questo flagello che si sta espandendo
 
Ogni tanto qualcosa di delizioso arriva e a regalarcelo ultimamente sono proprio gli studi della Disney. Ero partito senza alcuna pretesa da questa mini serie, speravo solo che riuscisse a regalare un buon intrattenimento senza aver voluto leggere come avevano impostato la sceneggiatura e quando fosse fedele alla storia originale della Marvel. Invece a parte il manipolo iniziale delle lady con i poteri che richiedevano uno sforzo mentale per far comprendere chi era la degna erede di cosa, la vicenda diventa fin da subito macabra e molto violenta e soprattutto splatter.
Ci sono dei momenti che definirei quasi gore dove i combattimenti peraltro molto espliciti non sembrano voler censurare quasi nulla e oltre a tutto questo praticamente accade sempre l'inaspettato e soprattutto muoiono tutti. Un godimento dall'inizio alla fine dove questi zombies hanno un loro sapere, possiedono strategie, leadership, sono potentissimi e vedremo soprattutto i nostri beniamini dare il loro peggio che sia in clima urbano, sotto assedio, in fondo al mare, ad Asgard, anche da questo punto di vista la mini serie si muove tanto prende manipoli di sopravvissuti e prima di farli morire male prova a dar loro un flebile tentativo di speranza.
La storia di Marvel Zombies si basa su una premessa assurda: in questa realtà - poco prima dei fatti di Avengers: Infinity War, ma con le dovute differenze - un virus proveniente dal Regno Quantico ha trasformato gran parte della popolazione in zombi, inclusa la stragrande maggioranza dei supereroi, a cominciare dagli Avengers. È tutto molto nonsense e bisogna prenderlo per come viene, dalla testa fluttuante di Scott Lang col mantello del Dottor Strange al comportamento vagamente razionale degli zombi, che sono pilotati da una misteriosa "regina" dietro le quinte. La storia prende il la quando i protagonisti si imbattono in una potenziale cura ma devono viaggiare fino a New Asgard per salvare il mondo.

Signor Diavolo


Titolo: Signor Diavolo
Regia: Pupi Avati
Anno: 2019
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Roma, 1952. Il giovane funzionario ministeriale Furio Momenté viene convocato dal suo superiore per una questione delicatissima. In Veneto, un minore ha ucciso un coetaneo convinto di uccidere il diavolo. Per motivi elettorali la questione va trattata in modo da evitare scandali. La madre della vittima è molto potente e, da sostenitrice della causa della maggioranza politica, ha cambiato opinione assumendo una posizione assai critica nei confronti della Chiesa e di chi politicamente la supporta. Il compito di Momenté è quindi quello di evitare un coinvolgimento di esponenti del clero nel procedimento penale in corso. Durante il lungo viaggio in treno, Momenté legge i verbali degli interrogatori condotti dal giudice istruttore, a partire da quello del piccolo assassino, Carlo. La realtà che comincia a dispiegarglisi davanti è complessa e sinistra, ma le cose, una volta che si troverà sul posto, si dimostreranno ben peggiori.
 
Della vecchia scuola ormai rimane solo più lui a dare un tono di freschezza e riuscire a far paura con poco, puntando sulle inquietudini, scioccando ancora una volta utilizzando il male umano, il diverso, la chiesa, il deforme ma soprattutto la superstizione.
E solo un maestro riesce a farlo utilizzandolo come strumento per additare il diverso e insinuare il dubbio in un paesino provinciale dove diventiamo subito dei contadinotti bifolchi anche noi.
Si convive con i segreti, con le paure che diventano il termometro per mantenere la temperatura voluta tra la popolazione, il male ancora una volta dimostra di essere quello peggiore, peggio di quello puro che viene sempre associato al soprannaturale e alla superstizione.
Il Signor Diavolo è un film complesso che dimostra come un certo genere di cinema horror italiano sia solo nostro creato e allestito in paesini dove il dialetto e le credenze sono il nostro folklore e dove la paura si nasconde dietro un piccolo gesto in grado di influenzare il concetto di maggioranza.

Caught Stealing


Titolo: Caught Stealing
Regia: Darren Aronosfky
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

New York, 1998. Mancata promessa del baseball e alcolista, Hank ha imparato ad accontentarsi di poco e fuggire dalle responsabilità, nonostante la fidanzata Yvonne lo sproni a cambiare. Quando l'amico punk londinese Russ gli affida il gatto Bud, l'ultima cosa che si aspetta è di trovarsi coinvolto in un giro losco di narcotraffico: a fargli visita sono gangster russi che lo riempiono di botte per ottenere delle informazioni. È l'inizio di una reazione a catena che spingerà Hank al limite, inseguito da malavitosi psicopatici per tutta New York.
 
Simpatica commedia nera, in parte crime-movie, in parte on the road e con capatine di gruppi criminali in questo caso cosacchi ed ebrei. Hank è la vittima sacrificale, il capro espiatorio che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e prende mazzate per quasi tutto il film oltre a veder morire amici e la sua fidanzata. Alla fine proprio sull'orlo del baratro deciderà di dire basta e tirar fuori i denti. In parte ironico, in parte grottesco, quasi mai inaspettato a parte un paio di colpi di scena che non mi aspettavo. Il film di Aronofsky è semplice ma non per questo indigesto anzi si lascia vedere molto piacevolmente ed ha delle prove attoriali in parte anche molto divertenti basti pensare a Shmully e Lipa.

Bug Diner


Titolo: Bug Diner
Regia: Phoebe Jane Hart
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un diner nel deserto, una talpa con un bel lato B e una mosca cameriera servono insetti e animali con problemi sentimentali, tra cui matrimoni infelici, cotte segrete e fantasie sul lavoro. Durante il servizio del pranzo, verranno a galla i segreti e i desideri di tutti.
 
In sette minuti Phoebe Jane Hart riesce a costruire un micro cosmo tutto ambientato in un diner in mezzo al nulla costruendo con pochissimi dialoghi una commedia nera e insolita in stop-motion che esplora temi di desiderio, frustrazione e relazioni attraverso personaggi animali antropomorfi.
Il tutto come una pentola a pressione che sta letteralmente per esplodere. L'opera racconta le storie intrecciate di clienti come una coppia infelice, una cotta segreta e fantasie sul posto di lavoro. Metafora di relazioni sentimentali moderne, frustrazioni e pulsioni non represse grazie a una satira travolgente, un'ironia potente e intelligente e una magia surreale che non può che farti sorridere dall’inizio alla fine.Hart ha realizzato personalmente i pupazzi utilizzando armature in filo metallico, pelliccia sintetica e occhi dipinti a mano. Le bocche intercambiabili, fissate con magneti, permettono espressioni emotive dinamiche. La scenografia è stata costruita in scala ridotta, circa quella di una Barbie, per adattarsi all’animazione in stop-motion.

Black Rabbit-Season 1


Titolo: Black Rabbit-Season 1
Regia: Jason Bateman, Justin Kurzel
Anno: 2025
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

La storia si apre con un brindisi che si incrina all'improvviso: la notte inaugurale di un ristorante-culto a Manhattan, un discorso di Jake Friedken e, subito dopo, un'irruzione armata che congela tutti sul posto. Da lì la serie torna indietro di un mese: Jake, ex musicista diventato imprenditore, sta preparando l'espansione del locale mentre suo fratello Vince riappare con addosso debiti, ricadute e vecchie dipendenze. Il loro ricongiungimento mette in moto una catena di favori, menzogne e accordi opachi che trascina ogni personaggio verso l'evento annunciato dal prologo.
 
Black Rabbit ha il fascino di non raccontare quasi niente rendendo però tutto il resto così dannatamente affascinante. Frutto di un'estetica molto ricercata, un lavoro molto ben costruito per quanto riguarda riprese meticolose e sound designer, location praticamente perfette, uno stile sotterraneo che mostra l'underground statunitense e poi baldoria, locali, feste, discoteche, uno sguardo post moderno a una massa di persone che sembrano uscite dallo Studio 54.
Jude Law e Jason Bateman per una volta fanno a gara su chi sia più bravo e devo dire che entrambi danno il meglio di quanto potessi sperare.
Una fratellanza interrotta, ostinata, che non trova valvole di sfogo fuori dal proprio perimetro, debiti di gioco, mafie dell'est coinvolte e anche il montaggio dei primi episodi tende a dilatare: durate generose, ritorni temporali a ridosso dei picchi di tensione, sotto trame che rimbalzano alla stessa intensità fino a consumarsi. Paradossalmente, quando la serie esce dal buio e corre alla luce del giorno negli episodi finali, l’energia cambia: l’azione si compatta, gli spazi di Brooklyn respirano, la tensione diventa fisica e leggibile. In quel tratto la regia trova ritmo, chiarezza e respiro, come se Black Rabbit si ricordasse all’improvviso che oltre a premere l'acelleratore deve anche saper raccontare.

Death of a unicorn


Titolo: Death of a unicorn
Regia: Alex Scharfman
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Elliot, dirigente vedovo di un'azienda farmaceutica, si reca con la figlia Ridley nella fastosa tenuta del suo capo, Odell Leopold. Guidando a gran velocità per il grave ritardo accumulato, Elliot finisce per investire un animale che si era fermato in mezzo alla strada: solo che non si tratta di un animale qualsiasi, ma di un unicorno. Quando la famiglia Leopold comprende che il sangue degli animali magici ha delle proprietà curative, pensa di sfruttare la scoperta a scopo commerciale. Nessuno però ha fatto i conti con l'ira di mamma e papà unicorno, assetati di vendetta.
 
E' ovvio che il film non sappia mai che strada prendere. Commedia, fantasy, horror, comico, trash? Diciamo che mischia tutto e il risultato fa abbastanza schifo come a dire ci abbiamo provato ma ancora una volta non ci siamo riusciti ma non per questo è da buttare. Intanto è il primo che mostra un unicorno ucciso e fatto a pezzi. Poi mostra gli unicorni più grossi brutti e cattivi che incornano le persone e sono famelici oltre che orribili. Poi ha un bel finale aperto che spero volesse destrutturare l'idea di un happy ending con i protagonisti che spero muoiano malamente. Per tutto il resto il film fa scimmiottare i suoi attori che risultano tutti ma proprio tutti indigesti e dove speri soltanto che possano morire dopo una lenta agonia. Un blockbuster con una pessima cg ma in grado di soddisfare il palato degli amanti del gore almeno in qualche scena e dove nel politicamente scorretto sniffarsi la polvere sbriciolando le corna di unicorno porta alla giovinezza

All the devils are here


Titolo: All the devils are here
Regia: Barnaby Roper
Anno: 2025
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Quattro ladri che si ritrovano isolati a Dartmoor per un lavoro che va storto. I quattro, tra cui i criminali Ronnie e Grady, sono costretti a nascondersi dopo che una rapina si trasforma in violenza con l'uccisione di una guardia di sicurezza. Con l'aumentare delle tensioni e delle scorte che diminuiscono, una misteriosa giovane donna aumenta i sospetti e il caos tra di loro.

All the devils are here è un film a cui ho voluto bene nonostante abbia una trama già vista molte volte, colpi di scena telefonati e si concentra per tutta la durata praticamente in un piccolo loft in mezzo al nulla dove all'interno non c'è praticamente niente.
Il tema della redenzione, dei diavoli costretti a stare tutti insieme in un limbo di psicosi in quello che sembra un purgatorio infinito. Espiare una colpa, cercare di risolvere e mettere da parte traumi irrisolti. In fondo il film parla di poco e niente, lascia tutto a quello che dovrebbe essere il colpo di scena finale ma è facilmente intuibile già a metà del film.
Finita una rapina viene investita una povera ragazza, i nostri muoiono e da quel momento non rimane che aspettare e cercare di non impazzire. Qualcuno ci riesce mentre qualcuno no.
Ottime le prove attoriali per un film lento che solo nel finale prova ad impazzire e acellerare il ritmo con questo scontro finale che vede tutti contro tutti.

Mani nude


Titolo: Mani nude
Regia: Mauro Mancini
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Un ragazzo viene prelevato fuori da una discoteca e gettato nel retro di un camion che gira in tondo in uno spazio desertico. Dentro quel camion qualcuno lo copre di botte, mirando ad ammazzarlo. Invece sarà il ragazzo ad uccidere il suo avversario, senza neppure averlo visto alla luce. Il ragazzo prenderà il soprannome di Batiza e sarà costretto a combattere a mani nude contro avversari sempre diversi in un giro di incontri e scommesse clandestini orchestrati da un anziano faccendiere e gestiti da un allenatore adulto, Minuto, chiamato così perché chi l'ha incontrato in combattimento non ha potuto resistergli più a lungo di quella durata. Il rapporto fra Minuto e Batiza, improntato inizialmente al disprezzo da parte del primo verso il secondo, cambierà nel tempo, e in modi imprevedibili. Il ragazzo dovrà fare i conti con la propria natura più profonda, e imparare che nulla succede per caso.
 
Francesco Gheghi è uno dei migliori giovani in circolazione e Alessandro Gassman invecchiando sta dimostrando di saper convincere e regalare buone prove attoriali. Eppure questo solido duo non basta per un film che aveva tutti gli elementi per farsi amare, strizzare l'occhio al capolavoro di Fincher e a tratti Danny the dog, mettere dramma italiano e rapporto disfunzionale tra due personaggi irrisolti.
Riesce anche a convincere nella messa in scena molto elaborata e con un buon girato soprattutto negli incontri clandestini.
La prima tranche all’insegna di sangue, sudore e botte da orbi funziona benino, ma globalmente si ha la sensazione che un’importante sceneggiatura “di genere”, praticamente già servita sul piatto dal romanzo grafico del 2018, sia stata deturpata nell’infausto tentativo d’ottenere un film autoriale, da festival anzichè continuare a lottare a mani nude per sfornare un film sporco e più grezzo magari molto più realista nel dramma quotidiano e di come l'umanità stia andando in pezzi

Desperation Road


Titolo: Desperation Road
Regia: Nadine Crocker
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

In una piccola cittadina del Mississippi, una donna e la sua giovane figlia sono loro malgrado coinvolte nel fuoco incrociato provocato da uomini fuori controllo quando un eccesso di whisky, di pistole e di desiderio di vendetta si uniscono a formare la tempesta perfetta.
 
Ogni tanto mi chiedo perchè gli sceneggiatori non osino scrivendo qualcosa che non sia la solita trama trita e ritrita con personaggi che devono per tutto il film cercare di rimediare al senso di colpa per un incidente accaduto. In questo caso a trovarsi faccia a faccia sono questa mamma con figlia al seguito che penso sia la donna più sfortunata d'America per quello che le succede e Russel ex detenuto che cercherà di aiutarla. Entrambi devono scontare e pagare per qualcosa ma il colpo di scena tra di loro trovo che sia stato estremamente esagerato solo per portare atmosfera e pathos tra i due. Mitchell il padre di Russel interpretato da Mel Gibson è una macchietta ma del resto l'attore ultimamente è sempre in sotto ruoli in produzioni sempre più piccole.
Un neo-noir sudista che seppur girato molto bene e interpretato come si deve, fatta eccezione per i deliri del padre Larry però anche no... da come l'impressione di aver avuto il potenziale per restituire quel qualcosa in più alla storia e renderlo meno scontato

Pozzis, Samarcanda


Titolo: Pozzis, Samarcanda
Regia: Stefano Giacomuzzi
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Due personaggi, un unico obiettivo: arrivare a Samarcanda. Uno è Cocco, 74 anni, ex-pilota di speedway e affetto dal morbo di Crohn. È l'unico abitante di Pozzis, un paese sulle montagne friulane che si popola sola a settembre quando si riempie di motociclisti per il Cocco Meeting e ha trascorso otto anni in carcere con l'accusa di omicidio. L'altro è Stefano, 22 anni, il regista, per la prima volta davanti la macchina da presa. Insieme intraprendono il viaggio, da Pozzis a Samarcanda, 8222 Km. Cocco parte a bordo della sua Harley-Davidson del 1939, il suo "ferrovecchio". Stefano lo segue in auto. Durante il percorso ci sono però numerosi imprevisti e il sogno di raggiungere la destinazione potrebbe svanire da un momento all'altro.
 
Alcuni film o documentari nascono proprio da un bisogno. Giacomuzzi credo abbia conosciuto una persona che gli ha fatto venire questa idea in mente. L'idea di un viaggio come metafora di una conoscenza, di un'amicizia e di un dialogo che attraversa paesi e linguaggi differenti lasciando polvere, dolore, storie di vita in un rincorrersi appassionante nonostante al di là dei km macinati il film sia costato due lire. Un road-movie originale che diventa un viaggio non solo geografico, tra generazioni, paesi e culture solo apparentemente distanti tra loro ma il diario di un'amicizia e di un incontro.

Follemente


Titolo: Follemente
Regia: Paolo Genovese
Anno: 2025
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Romeo è tenero e romantico, Valium folle e paranoico, Eros arrapato e sensuale, il Professore razionale e giudicante. No, non sono esseri umani, ma personalità che abitano la mente di Piero, insegnante di Storia e Filosofia recentemente divorziato e con una figlia piccola, intenzionato a rimettersi in gioco con le donne ma ancora scottato dalle delusioni del passato. Giulietta è romantica e sognatrice, Trilli istintiva e sexy, Alfa ideologica e disciplinata e Scheggia irrazionale e istintiva. E anche loro non sono persone reali, ma parti della personalità di Lara, la giovane donna single reduce dalla relazione infelice con un uomo sposato che vorrebbe un partner affidabile che l'aspetti sotto casa, e invece tende a cadere nella trappola di amori senza futuro.
 
Genovese continua con la sua idea di cinema semplice ed efficace. Ultimamente non sta sbagliando un colpo contando che può sempre appoggiarsi sulla solita galleria di attori arcinota e cercando di mischiare le carte tra realtà e immaginazione. Qui prende lo spunto da INSIDE OUT con la differenza che lì erano emozioni e qui tratti comportamentali (come se ci fosse tutta questa differenza). Il film è piacevole e simpatico, genera qualche sorriso e a volte qualche risata, l'idea è divertente e lo sviluppo è attento ad incorporare le nuove (iper)sensibilità maschili e femminili in tema di rapporti sentimentali, nonché a preservare la componente romantica di quella che vorrebbe diventare una storia d'amore, nonostante tutto.

Ironheart-Season 1


Titolo: Ironheart-Season 1
Regia: Samantha Bailey, Angela Barnes Gomes
Anno: 2025
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 3/5

Riri è giovane, brillante, sfrontata. Una studentessa del MIT espulsa per aver venduto compiti ad altri studenti, che rientra a Chicago con un esoscheletro difettoso e un passato doloroso che si rifiuta di elaborare. I suoi sogni di emulare Tony Stark si scontrano con la realtà: lutti irrisolti, precarietà economica, mancanza di un punto d'appoggio. Nel tentativo di ricostruire la sua vita, Riri si unisce a una banda di criminali guidata da The Hood, sperando di ottenere i fondi necessari per migliorare la sua armatura e riscattare il proprio futuro.
 
Ironheart è una serie teen che potrebbe non piacere nemmeno alla fascia interessata.
Sembra un sit-com qualsiasi, interazioni tra ragazzi, rapporto con se stessi e la propria crescita personale, consapevolezza, tensioni emotive, fragilità e tutto il resto.
Il tema del super eroe e della sua crescita è la parte mancante in un racconto abbozzato dove abbiamo il villain di turno più ridicolo della storia con un mantello che poteva sviluppare meglio il concetto di super potere. Abbiamo una banda di maranza e il loro ridicolo attacco al potere senza una vera e propria politica che possa esprimerlo.
Come in MS MARVEL l'elemento teen è centrale: l'amicizia supera l'amore, il ritmo è incalzante, e i dilemmi morali sono filtrati attraverso la lente di chi si affaccia al mondo adulto per la prima volta.
Ironheart inverte i fattori rispetto a buona parte delle serie MCU: vuole soprattutto raccontare una storia con un inizio e una fine, e solo in seconda battuta introdurre elementi che verranno portati avanti in altri contesti. Non ne viene fuori un capolavoro ma certamente una miniserie gradevole, di personalità, con temi interessanti trattati in modo leggero e un cast di attori che porta a casa il risultato nonostante nessuno riesca a rimanere impresso.

Bloody Trip-Rise of the dead


Titolo: Bloody Trip-Rise of the dead
Regia: Eros D'Antona
Anno: 2025
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Rebecca combatte un demone e i suoi cari posseduti per salvare l'umanità, con l'aiuto di un alleato inaspettato
 
E se Constantine fosse un tipo tamarro, grasso e inguardabile? Una brutta copia di Paolo Noise, con un modo di fare spregiudicato e con dei dialoghi che sembrano usciti da una rissa dell'oratorio? Il risultato quale sarebbe? Bloody Trip-Rise of the dead un film che prova ad essere furbo con un titolo in inglese per vendere meglio, fatto e pensato solo per un canale commerciale e per essere divertente e spensierato. Ho scoperto che c'è un prequel che si chiama Equinox Killer è vista l'enorme componente trash del film andrò sicuramente a vederlo. Che dire, l'impegno comunque a tratti c'è stato, la trama e gran parte delle scelte visive ed estetiche non hanno un briciolo di originalità ma sono soltanto scopiazzamenti di opere cult e in questo è doveroso sottolineare la povertà creativa dell'autore e dell'opera. Di sicuro il fratello con i suoi film aveva fatto molto meglio perlomeno provandoci per poi finire nel dimenticatoio.

Striking Rescue


Titolo: Striking Rescue
Regia: Siyu Cheng
Anno: 2024
Paese: Cina
Giudizio: 2/5

Bai An, che un tempo lavorava come esperto di sicurezza, rapisce la giovane ereditiera He Ting per vendicarsi del padre di lei. Tuttavia, la salva inavvertitamente da un massacro perpetrato da un cartello della droga. Nonostante la giovane età, l'intraprendente He Ting, isolata e incerta sul destino del padre, propone un'alleanza a Bai An per cercare il genitore scomparso.
 
Striking Rescue è un'operazione così poco sentita dal punto di vista del cinema in generale e parlo di storia, sceneggiatura, impronta del regista, intenti. Sembra un'operazione commerciale fatta per il mercato di fatto sciorinando messaggi di indubbio gusto e lasciando una leggera patina di pensiero reazionario alla vita per giustificare un revenge-movie dove a confronto i film di Liam Neeson sembrano girati da Michael Mann. Il film di Cheng è davvero difficile da sopportare come allo stesso tempo arrivare fino alla fine di un film mediocre che si dimentica troppo facilmente.
Tony Jaa ormai è il fantasma di se stesso accettando qualsiasi compromesso ed è un peccato contando da dove era partito e quando in parte ci avesse fatto gasare da parte di un paese di cui non conoscevamo le arti marziali nel cinema action.

sabato 27 settembre 2025

Weapons (2025)


Titolo: Weapons (2025)
Regia: Zach Cregger
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Nella fittizia cittadina americana di Maybrook, in Pennsylvania, 17 bambini, sui diciotto di una classe delle elementari, sono misteriosamente scappati di casa, nel cuore della notte, alle due e diciassette minuti. Le indagini non arrivano a niente e un mese dopo, in seguito a un'assemblea con i genitori, che prelude alla riapertura della scuola, la vita di alcune persone legate alla scomparsa viene stravolta da un crescendo di eventi sempre più inquietanti. Si tratta della maestra Justine, di Archer, il padre di uno dei ragazzi scomparsi, e di un poliziotto di nome Paul che ha una relazione extraconiugale con Justine.
 
Zach Cregger al suo secondo horror potrebbe diventare uno dei must tra i giovani promettenti.
Un horror psicologico dove bambini, famiglie disfunzionali, streghe e incantesimi brutali portano a rendere questa pregevole chicca un film di genere dove spicca anche l'indagine da parte di chi non ti aspetti e un'atmosfera che semina per quasi tutto il film prima di esplodere in un apoteosi che mischia horror, slasher e splatter a tante risate e un impianto ironico che non ti aspetti.
Alla fine quando sai parlare di folklore e quando sai portarlo come metafora in una fiaba nera vinci quasi sempre. Cregger lo sa e si diverte mostrando una critica sui falsi costumi e modi di una comunità di provincia portandola all'estrema disperazione passando per una galleria di attori che non ha bisogno di presentazioni dove Amy Madigan diventa la villain perfetta decisamente inquietante e priva di scrupoli. Ci sono già alcune scene da manuale come il discorso di Gladys al nipote Alex a tavola di fronte ai genitori, ma anche gli assurdi teatrini tra il poliziotto Paul e il tossichello Anthony. C'è tanto mistero, una vicenda che unisce storie diverse dividendo il film con i nomi dei personaggi per un finale mai così esagitato e folle.

Secret Level-Season 1


Titolo: Secret Level-Season 1
Regia: Dave Wilson
Anno: 2024
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 15
Giudizio: 4/5

La mia fortuna sotto certi aspetti è stata quella di non sapere nulla di questa nuova serie antologica d'animazione che come LOVE DEATH & ROBOTS la cui ultima stagione risale al 2022 si muove su diversi generi e narrazioni in questo caso tutte legate ai videogiochi.

Alcuni episodi sono davvero interessanti e pieni di azione, violenza e un'uso interessante quanto mai eccessivo di cg e parlo ovviamente per Dungeons & Dragons perfetto a parte il finale sul più bello, Sifu che mischia tradizione e cultura millenaria orientale con le arti marziali, New World è un nì nel senso che è troppo spavaldo e solo per certi aspetti mi è piaciuto con la stessa dimensione temporale che seppur originale finisce per essere un deterrente. Unreal Tournament carino nel suo sposare la causa che anche i robot possano essere senzienti e delle sorti di gladiatori del futuro su cui nessuno avrebbe mai scommesso. Warhammer 40.000 decisamente tra i migliori in assoluto per il tasso di violenza e perchè sembra una specie di Mad Max che incontra i demoni. Da qui in avanti secondo me la serie prende degli scossoni importanti, riesce comunque a portare a casa altri episodi importanti dimostrando il suo enorme valore qualitativo e riuscendo nella sua brevitas a portare a casa delle mini storie affascianti e molto diverse l'una dalle altre

Village-Season 1


Titolo: Village-Season 1
Regia: Milind Rau
Anno: 2023
Paese: India
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 3/5

La famiglia del dottor Gautham Subramanian - composta dalla moglie Neha e dalla figlia Maya - affronta un lungo viaggio verso sud da Chennai fino alla città portuale di Thoothukudi. Proprio mentre stanno attraversando il villaggio deserto di Kattiyal, la macchina dei Subramanian si guasta irrimediabilmente. Quando si muove per cercare nelle vicinanze qualcuno a cui chiedere aiuto, però, Gautham scopre che il villaggio in realtà è infestato da mutanti assetati di sangue. Il dottore deve trovare un modo per salvare la famiglia e per liberare il villaggio da questa pestilenza.
 
The Village è quella classica via di mezzo che pur non essendo niente di memorabile è un intrattenimento molto più interessante del previsto unendo folklore (anche se poi prenderà una piega decisamente più battuta ovvero esperimenti da laboratorio) tanto splatter e alcuni esseri deformi interessanti. Ha una storia che si incanala su direzioni diverse riuscendo a districarsi bene senza risultare mai macchinosa ma facendo un buon lavoro di sceneggiatura come d'altronde dal punto di vista tecnico ed estetico riesce a cavarsela molto bene. Paesino maledetto dove sono stati fatti strani esperimenti, una comunità di freak maledetta che vive sottoterra, magnati e imprenditori e task force militari di contractors agguerriti. La serie, breve per fortuna e compatta, fa sfoggio di molti stilemi noti, ciò nondimeno non è così prevedibile come ci si potrebbe aspettare rivelando alcuni twist e colpi di scena non così inaspettati ma nondimeno telefonati come spesso accade.
E' un buon prodotto d'intrattenimento che ancora una volta per chi non lo sapesse inquadra un certo tipo di cinema di genere indiano che ormai è cosa nota come potrete notare guardando il blog.

Screamboat


Titolo: Screamboat
Regia: Steven LaMorte
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La trama segue un gruppo di newyorkesi terrorizzati da un mostruoso topo di nome Steamboat Willie.
 
Allora penso che il nome del regista sia memorabile e valga il crognale d'oro giusto per citare quei simpaticoni. Questo è un b-movie ignorante e divertentissimo come dovrebbero d'altronde essere. Altro che quella pseudo merda del multi universo dell'horror, Twisted Childhood Universe o Poohniverse. Qui ci si diverte, fa ridere anche se troppo stupido, il topo è memorabile e vorrei averne la marionetta in casa. Poi è cattivissimo perchè in fondo è basato e una rivisitazione del cortometraggio d'animazione del 1928 di Walt Disney e Ub Iwerks, Steamboat Willie dove alla fine il topo venne abbandonato dal suo padre e maestro e questo decise così di vendicarsi. La trama è la più ignorante di sempre ma le trovate a bordo di questa imbarcazione sono fantastiche. Perchè prive di ogni logica, gli screen test sono da denuncia, i dialoghi rasentano ogni tipo di bassezza e vediamo cazzi evirati durante pompini e donne prendere a pugni un pupazzetto di un topo disgustoso e realizzato anche peggio

Di origine sconosciuta


Titolo: Di origine sconosciuta
Regia: George Pan Cosmatos
Anno: 1983
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un uomo d'affari in rapida ascesa, dal carattere determinato e pieno di ambizioni, scopre che la sua abitazione è stata messa sottosopra da uno sconosciuto
 
Cosmatos è un regista particolare in grado di alternare film memorabili e cult come TOMBSTONE e LEVIATHAN a disastri reazionari come COBRA e RAMBO 2. Di fatto questo film potrebbe essere annoverato tra le cose più strane e bizzarre tutto giocato sulla paranoia, sulla mania di persecuzione, sui segreti e sulla solitudine che si celano dentro un padre di famiglia ligio al dovere e ambizioso. Alla fine il film è inevitabilmente piuttosto ripetitivo (difetto che si avverte molto nella seconda parte), ma è costruito bene e sa non scadere nell'inutile spettacolarizzazione puntando invece sul dramma umano di un uomo la cui carriera viene gradualmente messa a rischio dall'impossibilità di dormire serenamente e di pensare ad altro. L’unica altra figura interessante è rappresentata da un amico sterminatore, che semi divertito parla dei ratti come di un nemico furbo e difficilmente sgominabile. Un thriller insolito, serio e curioso oltre che essere realistico e inquietante.

Mr Crocket


Titolo: Mr Crocket
Regia: Brandon Espy
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Mr. Crocket, presentatore di un programma per bambini, corre in soccorso dei piccoli bisognosi di aiuto, eliminando i genitori inadatti..
 
Abbiamo un nuovo presentatore seriale uscito dalle vhs in chiave anni '90 che cerca di muoversi tra pupazzoni artigianali ed effetti che per quanto limitati si apprezzano per quello che provano a fare.
I film con i mostri, in questo caso esseri paciocconi e pupazzoni che ricordano subito WILLY'S WONDERLAND e FIVE NIGHTS AT FREDDY'S qui nonostante le cadute di stile di una sceneggiatura peraltro interessante nei suoi intenti e in vari aspetti che propone cade vittima del solito trigo Mr cattivone contro la mamma in questione (anzi la vedova). Mr Crocket partiva con delle belle ambizioni ribaltando il ruolo del villain che vorrebbe salvare i bambini da genitori pessimi alle prese con dipendenze di ogni tipo e per questo provava a modo suo a parlare della complessa questione dell'intrattenimento dei bambini di fronte agli schermi, parlandone nel 2024 ma muovendo l'accusa sugli anni '90. Alcuni siparietti come la stessa canzoncina sono carini ma Espy sbaglia tutto quando cerca di mostrare una battaglia nel mondo degli abusi familiari che non è affatto quella della protagonista e del suo figlio odioso.

Elio


Titolo: Elio
Regia: AA,VV
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Elio Solis ha perso i genitori da bambino e il suo più grande desiderio è ora quello di essere trasportato dagli alieni verso i confini del cosmo e oltre. Sulla terra si sente infatti disperatamente solo, nonostante la presenza di sua zia Olga, che è Maggiore dell'aviazione americana con un incarico di analista orbitale. Il compito di Elio invece è captare i segnali dello spazio, e il messaggio che manda attraverso un'apparecchiatura radio improvvisata miracolosamente raggiunge il Comuniverso, un'organizzazione pangalattica che unisce le menti più evolute del cosmo, ma che ha bisogno di un capo alternativo al violento e collerico Lord Grigon, che intende dominare con la forza. Il Comuniverso preleverà Elio dalla Terra scambiandolo per un ambasciatore intergalattico, e l'undicenne troverà il su primo e unico amico in Glordon, il figlio di Lord Grigon, che non ci tiene affatto a diventare una macchina da guerra come vorrebbe suo padre, con cui la comunicazione è a dir poco problematica.
 
Ci sono tanti teen movie anni '80 a cui l'ultimo film Pixar strizza l'occhio. E o fa anche abbastanza bene se non fosse che ormai la Disney sta dimenticando cosa voglia dire antagonista o i cari vecchi cattivi che rimanevano tali pur con le loro caratterizzazioni che spesso mostravano incertezze, debolezze e fragilità e per cui a volte capitava di fare pure il tifo.
Elio parla di dolore e di perdita e di dove si cerchi di guardare un pò per curiosità , un pò per spensieratezza e via dicendo. Tra EXPLORERS e NAVIGATOR sotto certi aspetti. Ma anche qui c'è il tema della perdita di un genitore, delle dinamiche familiari, della curiosità e di voler esplorare quel mondo che se per i bambini può sembrare innocuo di certo incute un certo timore negli adulti almeno come capita nelle fiabe.

Bear-Season 4


Titolo: Bear-Season 4
Regia: AA,VV
Anno: 2025
Paese: Usa
Stagione: 4
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

La trama di "The Bear 4" ruota attorno al tentativo del team di salvare il ristorante dal collasso finanziario e dalle recensioni negative, con Carmy che cerca di gestire le proprie dipendenze e la pressione del lavoro, mentre Sydney tenta di mantenere il locale in funzione. La stagione esplora anche le dinamiche di squadra, con lo zio Jimmy che impone un conto alla rovescia, portando i personaggi a confrontarsi con le proprie responsabilità e a cercare di raggiungere l'eccellenza per ottenere una stella Michelin
 
La quarta stagione di The Bear anche se visivamente sempre affascinante comincia ormai a dare qualche segno di cedimento memore anche della stagione precedente che sembrava perdere quel mordente e doversi infiltrare in sotto storie non sempre interessanti.
Ormai il ristorante è avviato, la cucina cerca di stupire e stupirsi prediligendo ogni giorno un menù diverso. Il tema della cucina allo stesso tempo è meno intensa e ricercata per dare invece spazio ai drammi e le vicissitudini dei personaggi, da quelli ritrovati ai nuovi arrivati. Carmy sembra sempre più schizzato e vorrebbe recuperare dopo quella cruda verità a Claire. Richie finalmente sembra aver ritrovato l'amore per una capo sala affascinante e complessa. Il passato di Tina è l'incontro con Michael. L'ascesa di Marcus, il vecchio capo di Carmy e molti altri per una serie sempre stratificata, complessa nelle emozioni e nei sentimenti e in grado di sapersi sempre rialzare anche se in fondo sembra far presagire solo alle ferite ai sensi di colpa e le difficoltà dei suoi personaggi da cui non sembrano mai potersi divincolare.

Fantastici 4-Inizi


Titolo: Fantastici 4-Inizi
Regia: Matt Shakman
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Reed Richard, sua moglie Sue Storm, il di lei fratello Johnny Storm e l'amico di famiglia Ben Grimm hanno partecipato a una missione spaziale da cui sono tornati trasformati, dotati di sensazionali poteri. Sono divenuti così i Fantastici Quattro e hanno sconfitto i mostri giganti del sottosuolo comandati dall'Uomo Talpa, sventato i piani dello Spettro Rosso e delle sue superscimmie, e scongiurato altre minacce. Eroi celebrati in tutto il pianeta, vivono in una Terra diversa da quella che conosciamo, dove gli anni Sessanta non sembrano essere mai finiti e si sono invece evoluti. Ora però un'incognita turba l'intelligenza di Reed: Sue è infatti incinta e nemmeno lui sa prevedere quali problemi e poteri porterà con se il figlio di due super esseri.
 
I Fantastici 4-Inizi parte in pole position per un semplice fattore. Era difficile fare peggio di prima e parlo per i tentativi precedenti di trasporre l'opera. Qui la Marvel doveva rialzarsi, ha messo un cast che sembra deciso dai fan e cambiando radicalmente alcuni aspetti, reinterpretandone altri e tagliando tantissime parti di film portandosi a casa una buona sufficienza e come primo film della fase sei della Marvel riesce a farci ricredere su alcune brutture delle precedenti due fasi difficili da digerire.
Shalla-Bal farà storcere la bocca a qualcuno ma la sua storia se andate a prendere i fumetti è complessa e stratificata. L'uomo Talpa viene banalizzato e ridicolizzato portato a macchietta quando in realtà è stato il primo vero nemico e affidato al tremendo Paul Walter Hauser. Ma al di là della messa in scena, di scegliere uno stile patinato e una fotografia a tratti deliziosa come la scena del parto nel cosmo, la domanda più grossa è Fantasma Rosso, il cui vero nome è Ivan Kragoff, personaggio apparso in una delle prime avventure del Quartetto ma che per ovvi motivi pseudo politici è stato tagliato via dal film. Volendo emulare l’impresa dei Fantastici Quattro ed essere il primo a sbarcare sulla luna, Kragoff riuscì a partire per lo spazio e acquisì la capacità di diventare incorporeo, assumendo lo pseudonimo di “Fantasma Rosso”.
E poi ovviamente c'è lui Franklin Richards, che non conoscevo ma che risulta essere uno dei personaggi più interessanti e controversi dell'intero universo Marvel.

U.S Palmese


Titolo: U.S Palmese
Regia: Manetti
Anno: 2025
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Milano. Etienne Morville è un calciatore francese tra i più forti al mondo ma ha un pessimo carattere. In campo si nota più per le risse che le giocate con i suoi numeri 'alla Houdini', fuori dal campo invece si mette spesso nei guai. Dopo essere diventato bersaglio social dopo aver offeso una tiktoker e accusato di 'body shaming', viene messo fuori squadra. La sua popolarità è ai minimi termini e il suo agente non sa più che fare. Da Palmi, un comune in provincia di Reggio Calabria, arriva intanto una folle proposta. Don Vincenzo, un geniale agricoltore in pensione, organizza una raccolta fondi per ingaggiarlo e risollevare così le sorti della squadra locale, l'U.S. Palmese, cercando di coinvolgere i 18.000 abitanti. Morville così arriva sul posto per rilanciare la sua immagine e fa i conti con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituato. All'inizio è come smarrito e gioca male. Poi inizia gradualmente ad ambientarsi e la sua presenza diventa determinante per il rilancio della squadra.
 
Forse due ore erano troppe ma per me il cinema dei Manetti è sinonimo di freschezza e speranza e poi diciamocelo anche low budget. Questo è certamente un film minore, mi manca ancora la trilogia di DIABOLIK ma per il resto a parte qualche piccola sbandata sono quasi sempre rimasto soddisfatto da una filmografia perlomeno coraggiosa. Anche come produttori continuano a fare il loro investendo sui giovani e nelle speranze di poter ridar vita al cinema di genere italiano.
E' vero che di film sul calcio non c'è ne sono molti e forse per fortuna vista la messa in scena, ma per molti versi ho apprezzato di più CAMPIONE del 2019 dove in meno tempo veniva narrato e mostrato molto di più. Qui a parte Max Mazzotta e qualche movimento di Papaleo il film è veramente poca cosa a partire dal protagonista che non riesce ad essere empatico e un ritmo che fatica a ingranare.

Hey Joe


Titolo: Hey Joe
Regia: Claudio Giovannesi
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Dean Barry, un veterano americano che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, ritorna in Italia, a Napoli, all'inizio degli anni 70, per conoscere suo figlio. Dean vorrebbe recuperare venticinque anni.
 
Hey Joe è un film con tantissimi errori alcuni palesemente grossolani per cultura e intenzioni. Sembra in alcuni momenti di vedere EQUALIZER 3 quando si parla di un certo sud. Qui però il regista è italiano è il film è un dramma sociale sul ritrovare le proprie origini, il proprio passato, un figlio dopo numerosi anni. Un giovane marinaio americano sotto le sembianze di un James Franco che cerca di rialzarsi dopo anni in cui è stato messo in ombra per quello che ha combinato e per quell'ardire che per un attimo lo faceva sentire uno dei fuoriclasse di Hollywood.
Hey Joe è un film nostalgico, che ogni tanto fa sorridere quando prova questi strani incontri generazionali tra i grandi e i guappi, quando Franco prova a parlare in italiano, a cercare di comprendere una cultura troppo distante dalla sua in quel mondo a parte che è Napoli e soprattutto mettersi a trattare e cercare di fare il diplomatico vendendo la dignità prima dell'anima

Esorcismo di Emma Schmidt


Titolo: Esorcismo di Emma Schmidt
Regia: David Midell
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Iowa, 1928. Padre Joseph Steiger, parroco della chiesa di St. Joseph, riceve da un suo superiore un incarico delicato. Si tratta del caso di una donna, Emma Schmidt, che soffre molto, per cause che sembrano sfuggire alle possibilità di cura della scienza medica. È quindi necessario praticare un esorcismo. La parrocchia di padre Joseph è stata scelta come luogo adatto allo scopo, ma a praticare l'esorcismo sarà l'anziano padre Theophilus Riesinger, che giunge pronto al difficile compito.
All'arrivo anche di Emma tutto è pronto. Padre Joseph ha il compito di prendere nota di quanto accade durante l'esorcismo, mentre ad assistere l'esorcista sono le suore del convento cui si appoggia la parrocchia. Le prime sedute dell'esorcismo mostrano subito che le cose non saranno facili e padre Joseph comincia a pensare che forse sarebbe meglio rivolgersi a uno psichiatra per cercare di aiutare la donna. Ma padre Theophilus è determinato e pronto a tutto.
 
Sarà perchè sto scrivendo queste recensioni dopo mesi che ormai ho visto alcuni film ma di questo ennesimo caso di esorcismo non mi è rimasto praticamente nessun ricordo a parte il cast che non ha fatto bella figura. Forse perchè Al Pacino preferivo ricordarmelo come il diavolo in quel bellissimo film e forse perchè ormai la materia cinema "possessioni" sembra stia di nuovo fallendo o cadendo presso dei clichè più che appurati come i tremendi LUCIFERINA, IMMACULATE, EXORCISM, ESORCISTA-CREDENTE, ESORCISTA DEL PAPA e invece quello che c'è di buono in prodotti come EASTFIELD EXORCISM, OMEN-ORIGINI DEL PRESAGIO, LAST NIGHT WITH THE DEVIL, SORELLA MORTE. Dicono che abbia ispirato l'Esorcista, che sia tratto come ormai spesso ci viene spacciato come storia vera, ma sembra parlare più di drammi personali e scelte da compiere piuttosto che concentrarsi sull'orrore e i jump scared. E' tutto questo sarebbe stato favoloso visti anche gli attori coinvolti ma il film è davvero noioso e sembra perdere quella poca solidità che almeno all'inizio sembrava voler delineare.

Old Guard 2


Titolo: Old Guard 2
Regia: Victoria Mahoney
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Andy e la sua squadra di guerrieri immortali tornano con una rinnovata determinazione nella loro missione per proteggere il mondo. Mentre Booker è ancora in esilio dopo il suo tradimento e Quynh in cerca di vendetta dopo essere fuggita dalla sua prigione sottomarina, Andy è alle prese con la sua ritrovata mortalità quando emerge una misteriosa minaccia che potrebbe mettere a repentaglio tutto ciò per cui ha lavorato per migliaia di anni. Andy, Nile, Joe, Nicky e James Copley chiedono l'aiuto di Tuah, un vecchio amico che potrebbe fornire la chiave per svelare il mistero dell'esistenza immortale.

Il primo OLD GUARD era detestabile.
Come scrissi nella recensione del primo capitolo era un film sull'identità di genere che mischiava intrecci amorosi, coppie di fatto dove nelle Crociate bianchi e arabi scoprivano un amore clandestino, dove ancora prima la Theron lasciava ai tempi dell'Inquisizione una presunta strega, compagna, a perire nascosta in una gabbia sott'acqua.
Qui quel piccolo caos creato in precedenza aumenta il suo peso specifico e gli intrecci dei personaggi sono ai minimi storici dove la coppia Nicky e James sfiora il ridicolo, il personaggio di Booker viene di nuovo usato in maniera pessima, ci sono dei buchi di sceneggiatura orrendi e alcuni dei nostri famigerati immortali si riattaccano pezzi di corpo come se niente fosse. Mettiamoci l'antagonista sfruttata male, molto male quando la Thurman sembrava sulla carta perfetta.
Speriamo soltanto, anche per l'imbarazzo collettivo degli attori coinvolti, che sia davvero l'ultimo.

Capi di stato in fuga


Titolo: Capi di stato in fuga
Regia: Ilya Naishuller
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il Primo Ministro inglese Sam Clarke e il Presidente USA Will Derringer hanno un rapporto non proprio amichevole, ma anzi una vera e propria rivalità sotto gli occhi di tutti che rischia di mettere a repentaglio la "relazione speciale" tra i loro Paesi. Ma quando diventano l'obiettivo di un potente e spietato avversario straniero - che si dimostra più che all'altezza delle forze di sicurezza dei due leader - saranno costretti a fare affidamento sulle uniche due persone di cui possono fidarsi davvero: loro stessi. Aiutati dalla brillante agente dell'MI6 Noel Bisset, dovranno darsi alla fuga e riuscire a lavorare insieme abbastanza a lungo da sventare una cospirazione globale che minaccia l'intero mondo libero.
 
C'è una sotto categoria della commedia action americana a cui devo provare a dare un titolo perchè comincia a darmi sui nervi visto il successo inaspettato e non dovuto che stanno ottenendo.
Sono quei film che non si prendono sul serio nella fase iniziale ma che poi lo fanno mostrando tutti i punti deboli dello spirito reazionario americano, dell'importanza della famiglia, del sacrificio, della lacrima facile e tanta altra roba fastidiosa. Così a memoria me ne vengono in mente alcuni titoli usciti questo o lo scorso anno. Ad esempio INSTIGATORS, FAMILY PLAN, GHOSTED, RED NOTICE tutti tremendi e dichiaratamente parodie di se stessi.
Con Trump al governo non è nemmeno facile capire gli intenti di questo disastro. Una metafora su un presidente tronfio uscito dal Wrestling che non ne azzecca una oppure semplicemente un film ridicolo che non si prende sul serio e con una metafora banale cerca solo di regalare intrattenimento per evitare di dover pensare alle prossime mosse di Donald

Jurassic World-Rinascita


Titolo: Jurassic World-Rinascita
Regia: Gareth Edwards
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World - Il dominio, l'ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimanenti sono confinati in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quello in cui una volta prosperavano. Le tre creature più colossali di terra, mare e aria all'interno di quella biosfera tropicale contengono, nel loro DNA, la chiave di un farmaco che potrebbe portare miracolosi benefici salvavita all'umanità. Per prelevarlo viene inviata in missione segreta e illegale una squadra parecchio eterogenea.
 
Era difficile fare peggio di JURASSIC WORLD-DOMINIO da me recensito come l'abominio.
Abbandonato Pratt e la sua socia, tolte tutte le comparse del passato che a nulla sono servite, Edwards prova a ritrasformare quel mondo inserendo la Johansson, Ali e cercando di renderlo per lo meno più selvaggio e meno subissato della sfortunata formula di dover allungare il brodo andando a fare i nostalgici.
Il problema di fatto è che l'intera saga di Jurassic World è proprio brutta.
L'idea di fondo però non era affatto male. Qui abbiamo esperimenti scientifici, un T-Rex handicappato, vengono di nuovo citate alcune scene dell'unico primo importante e squisito capitolo. Abbiamo i dinosauri che quasi non si vedono e quando ci sono non convincono. Una famiglia di messicani ridicola e fastidiosa, un cucciolo di triceratopo che diventa la mascotte del gruppo e poi alcuni non colpi di scena clamorosi per quanto siano telefonati e insignificanti.

domenica 27 luglio 2025

Havoc (2025)


Titolo: Havoc (2025)
Regia: Gareth Evans
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Dopo un affare di droga andato storto, un detective ferito deve farsi strada attraverso il mondo criminale per salvare il figlio di un politico, svelando una profonda rete di corruzione e cospirazione che intrappola la sua intera città.
 
Havoc è il film d'azione.
Il film con più pallottole e sparatorie degli ultimi anni.
Tom Hardy in stato di grazia.
Sequenze d'azione come non si vedevano dai tempi dei più grandi registi di Hong Kong o Mann.
Un film che ad ora credo di aver visto almeno dieci volte e lo rivedrò ancora.
Storia interessante e mai banale, sotto storie funzionali e necessarie che riescono a dare continuità alla narrazione senza mai apparire scontate.
Combattimenti che dimostrano ancora una volta il talento immenso di Gareth Evans.
Havoc è puro cinema per puro intrattenimento e per una goduria visiva che non si vedeva da anni

Orto americano


Titolo: Orto americano
Regia: Pupi Avati
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Bologna, nei giorni della Liberazione: un ragazzo vede entrare dal barbiere una nurse dell'esercito americano e se ne innamora all'istante. Lei è diretta a Ferrara, lui pensa di aver incontrato la donna che aspettava da sempre. Iowa, 1946: il ragazzo è diventato uno scrittore che si appresta a scrivere il romanzo della sua vita, ambientato in parte in America. Una notte sente chiedere aiuto da una voce proveniente dall'orto abbandonato dei vicini, dalla cui casa è scomparsa la giovane Barbara, proprio la nurse della quale si era innamorato in Italia. Scavando nel terreno nel punto dal quale proviene la voce Lui trova un vaso pieno di un liquido opaco con un'etichetta che fa riferimento ai genitali femminili. È l'inizio di una ricerca che porterà il giovane uomo ad Argenta, in provincia di Ferrara, sulle tracce della nurse che non ha mai dimenticato, e del folle che uccide le donne per asportarne e conservarne in formaldeide l'apparato genitale.
 
Pupi Avati a 86 anni conferma di essere uno dei più grandi registi italiani viventi. L'orto americano è sontuoso, spettrale, una favola drammatica con numerosi risvolti, un'indagine complessa, una riflessione sulla caccia alle streghe e un rompicapo in tempo di guerra. Avati ha spesso trattato e adattato il gotico padano con risultati sorprendenti già dall'ARCANO INCANTATORE.
I suoi film sembrano sempre sospesi nel tempo, onirici nel raccontare drammi, ossessioni e come in questo caso la follia nel rapporto tra Lui e i fratelli Zagotto (Armando De Ceccon fa qualcosa di memorabile). Una storia d'amore che vedrà Lui entrare in una suggestione che tra un cadavere nascosto in un orto, voci di stranieri verrà travolto in un limbo di follia suggestiva
L’orto americano testimonia la ferma volontà di Avati nel voler maneggiare a tutti i costi quella raffinata materia filmica che andava a comporre i classici dello spavento statunitensi come forse su tutti è rintracciabile M-IL MOSTRO DI DUSSELDORF


Surfer


Titolo: Surfer
Regia: Lorcan Finnegan
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Quando un uomo torna nella sua città natale in Australia, viene umiliato davanti al figlio adolescente da un gruppo di surfisti locali che rivendicano la proprietà della spiaggia dove ha passato la sua infanzia.
 
Surfer è l'ennesima prova di forza di quel talento che non si ferma mai e dice sempre di sì di Nicolas "The Warrior Cage". E qui incontra quel matto di VIVARIUM tale Lorcan nome memorabile Finnegan. Un nome per una garanzia di uno che fa e a cui piace fare cose strane.
Film onirici come lo era il suo piccolo gioiellino in sodalizio alla scifi e come lo è questo claustrofobico thriller psicologico che gioca con la discesa all'inferno nello specifico una spiaggia di un oceano e una setta. Mi ha ricordato per certi versi quel capolavoro anch'esso californiano di WAKE IN FRIGHT dove anche lì il protagonista impazziva nel caldo torrido e dove lì c'erano canguri, birre e Donald Pleasence mentre qui abbiamo Nico the Mad, setta di matti surfisti e un guru da spiaggia.
Nicolas in questo film non ha un nome, lo chiamano, gli lasciano messaggi, alcuni sembrano conoscerlo eppure sembra da un certo punto in avanti che lui sia solo un sogno o che l'immaginazione gli giochi tremendi scherzetti che lo portano a diventare un barbone mangiando scarti, escrementi, bevendo acqua non potabile, prendendo topi morti per metterseli in tasca e robe di questo tipo. Un film che sembra un trip lisergico e che non capisci in quale girone voglia collocare il suo anti eroe facendolo impazzire per poi prendersi la sua vendetta

Out come the wolves


Titolo: Out come the wolves
Regia: Adam MacDonald
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

In una capanna immersa nella natura selvaggia, un fine settimana di caccia si trasforma in caos e lotta per la sopravvivenza quando un branco di lupi attacca un uomo, la sua migliore amica e il suo fidanzato.
 
Out come the wolves è un film molto interessante e promettente. Tre attori, una sola location e i lupi. Un menage a trois che riesce a scandire bene i rapporti di amicizia, invidia, tradimenti, il tutto in un primo atto dove comprendiamo il background della storia. Nel secondo e terzo atto e tutto moto, branchi di lupi, vagare e perdersi nei boschi, natura inesplorata e la caccia che muove tutto il concetto del film nel senso che "chi caccia chi.."
Un survival movie tosto e violento con attacchi di lupi veri, pochissima cg, scontri violenti e Sophie in veste di final girl alle prese con Kyle che sembra molto più violento e pazzo rispetto al branco.
L'attacco dei lupi a Nolan ancora una volta dimostra il talento di MacDonald a girare sequenze sorprendenti come per il precedente BACKCOUNTRY con gli orsi