Un convoglio militare statunitense sta trasportando un carico sconosciuto dall'Area 51 quando viene investito da un'auto guidata da due sposini distratti da una fellatio on the road. Dal contenitore fuoriesce uno zombie sovrumano che uccide i soldati e ne infetta due.
Snyder non mi ha mai entusiasmato e ho preferito di gran lunga ALBA DEI MORTI VIVENTI, un roboante remake dove almeno l'equilibrio e l'atmosfera erano controllati a dovere a differenza di questo ennesimo film di zombie che forse nessuno, a parte Snyder, voleva.
E se non sono supereroi o battaglie alle termopoli o adattamenti da fumetti, o cartoni tratti da una serie di libri, quando in più l'autore fa un salto d'ambizione e produce, scrive, sceneggia e infine dirige una cagata pazzesca dalle aspirazioni altissime come Sucker Punch non resta molto altro da dire.
Army of the dead ripensandoci non è poi così brutto, qualcosina dalla sua si salva per essere un popcorn movie che non fa mai paura, un giocattolo scanzonato che vuole essere serioso, un’epopea action e orrorifica, uno zombie-movie di genere distopico e post-apocalittico dove gli zombie diventando intelligenti (sai che novità) e, forse, capaci di provare emozioni riproducendosi e arrivando ad avere figli. Alla fine viene come sempre esaltata l'azione, i titoli di testa cercano di dare il massimo sparaflashando di tutto e di più per arrivare ad un'unica grande esplosione che dura più di due ore e mezza. Con mastodontiche scorpacciate di effetti speciali, citazioni a profusione, una sporca dozzina da mettere insieme per scatenare un pandemonio, il granitico complesso comincia presto a vacillare diventando il solito, come poetica dell'autore, action dai muscoli grossi o meglio un massiccio mash-up tra war movie, splatter e heist-movie dove abbiamo zombie di serie A, di serie B e gli outsider come la coppia leader che ricordano il faraone e la sua sacerdotessa.
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