Cile, inizio del XX secolo. Un facoltoso latifondista assume tre uomini a cavallo per delimitare il perimetro della sua vasta proprietà e al contempo inaugurare una rotta verso l’Oceano Atlantico attraverso le sterminate distese della Patagonia. Composta da un giovane mezzosangue cileno, un mercenario americano e da un tenente britannico, che ne è anche il comandante, la spedizione si trasforma presto in una missione «civilizzatrice».
«Gli eventi narrati nel film non rientrano nella storia ufficiale del Cile, né sono inclusi in qualsivoglia programma scolastico. Non avevo mai sentito parlare del genocidio del popolo Selk’nam, chiamato dai bianchi del nostro paese Ona, fino a quando quindici anni fa ho letto l’articolo che menzionava questa verità nascosta. A scuola apprendiamo la storia del Cile fino al 1973, non si fa menzione della dittatura militare che ne seguì. Ancora oggi non esiste una versione ufficiale della storia del regime autoritario. Raccontare quella storia è dunque un obiettivo degno di essere perseguito? E, cosa ancora più importante, come si può raccontarlo? Queste domande mi hanno condotto a riflettere sugli eventi precedenti, all’inizio del XX secolo, che furono parimenti trascurati. Che cosa accade a un Paese quando un’intera pagina della sua storia viene cancellata?».
Ed effettivamente quando mai si sente parlare del Cile, della sua storia, degli aborigeni, delle conquiste e dei genocidi. Los Colonos è un film storico pazzesco e molto accurato che ci porta alla scoperta di luoghi incredibili, di colori, forme, avamposti, personaggi al limite del disumano come il colonnello Martin e la sodomia, l'autoritarismo di Menendez che nascosto nel suo castello osserva i fantasmi del passato, di un giornalista che non è chiaro quale causa abbia in mente come Vicuna e di uno stranissimo trio alla conquista di una nuova rotta dove Segundo comprenderà la crudeltà dell'uomo bianco. Con un finale semplicemente fantastico e marcatamente di intento politico nella sua plateale denuncia, quell'abnegazione di Kiepja rappresenta la rabbia e la ribellione di tutto il suo popolo Selk'nam.
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