Titolo: Underworld
Regia: George Pavlou
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Il ricco e malavitoso Hugo Motherskille
costringe Roy Bain, un tempo alle sue dipendenze, ad improvvisarsi
detective privato per liberare l'affascinante Nicole - una prostituta
d'alto bordo della quale entrambi sono innamorati - rapita da una
banda di misteriosi individui che vivono rintanati nei tenebrosi
cunicoli della rete fognaria londinese. Bain scopre che i
sequestratori sono i sopravvissuti agli esperimenti condotti con una
pericolosa droga che produce momenti di ineguagliabile estasi a
prezzo di terribili e irreversibili deformazioni fisiche, inventata
anni prima dal biochimico dottor Savory. Nicole stessa ha fatto uso
della droga ma, per qualche ragione, non ne ha subito le tragiche
conseguenze e, adesso, i mutanti credono che in lei sia la chiave per
ottenere l'antidoto per la loro salvezza.
Amo alla follia Barker qualsiasi cosa
faccia. Questo UNDERWORLD è stato un film molto sottovalutato con
una miriade di problemi produttivi, i soliti che sembrano ombre
malefiche all'inseguimento dello
scrittore/regista/sceneggiatore/disegnatore/pittore.
Un film che purtroppo non ha saputo far
brillare tutti gli spunti e i temi che già facevano parte del suo
cult Cabal. Qui lo sci-fi prende più piega, il film fa meno paura e
gli stessi mostri non hanno la stessa enfasi e il brio che li
contraddistingueva nel suo capolavoro.
Un film che ancora una volta parla di
quelle creature, abitanti del sottosuolo dimenticati dall'umanità,
cavie, esseri allo stesso tempo così simili a noi, con una
comunità, delle regole, un senso di onore e rispetto e infine
personalità che cercano sempre di prevaricare l'una sull'altra.
Qui Barker nello scritto ancora una
volta si era rivelato profetico nel suo sviluppare una critica
sociale, una denuncia alle sperimentazioni e le conseguenze che
alcune droghe possono avere sul nostro corpo. Assomiglia per alcune
tematiche con il film Isola perduta, con questo scienziato/medico che
sembra avere un controllo su tutto e riuscire a farsi rispettare e
temere da creature ben più pericolose. Pavlou purtroppo non riesce
con i suoi limitati strumenti a creare e dare risalto e continuità
ad un ritmo smorzato in più parti e un'atmosfera che andava
mantenuta e su cui bisognava riuscire a dare i fasti per far emergere
tutta la complessità degli intenti del film. Sembra di vedere gli
stessi problemi in parte che facevano parte anche de Signore delle illusioni diretto dallo stesso Barker nel 95'.
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