Film: What Keeps you alive
Regia Colin Minihan
Anno: 2017
Paese: Canada
Giudizio: 3/5
Montagne maestose, un lago tranquillo e
tradimenti velenosi inghiottono una coppia sposata che tenta di
celebrare l'anniversario di matrimonio.
Colin Minihan è un regista canadese
con 5 o 6 film all'attivo e diverse collaborazioni.
Il primo film in cui mi ero imbattuto
era qualcosa di quasi vergognoso di nome Extraterrestrial
uno dei quei film che lo guardi e ti
fai il segno della croce sperando che il mestierante non metta più
mano su una telecamera.
Così non è stato. Il film in
questione è un indi per certi versi molto anomalo dove la trama
seppur non così originale riesce ad entrare nella psiche dello
spettatore e da lì in avanti il film riesce dalla sua a trovare
diversi elementi d'interesse.
Una coppia di lesbiche, una casa nella
montagna sperduta, una coppia di vicini che sembrano conoscere una di
loro e tante domande e misteri che la scrittura riesce bene a dosare
senza rivelare tutto se non nel climax finale, piazzando almeno due
scene difficili da dimenticare ( per chi come me soffre di vertigini
dovrà fare molta attenzione).
Una carneficina che viene affrontata e
messa in scena in modo atipico, dove l'azione e la violenza ci sono, ma sembrano sempre secondari alla psicologia dei personaggi e al
genere che il film sembra scegliere, un mix tra giallo e thriller.
Le protagoniste entrambe riescono a
trasmettere con le loro paure e i disagi quelle sensazioni che reggono per tutto il film e
l'apoteosi di cattiveria messa in atto da una di loro non sembra poi
così forzata di questi tempi, ma anzi ricalca diversi fatti di
cronaca recenti.
Un film molto lento, con tantissimi
primi piani, dialoghi dosati e la macchina da presa sempre sul punto
di farci vedere il crollo delle protagoniste, in una storia che piano
piano s'intensifica mettendole faccia a faccia in un duello mortale.
Un film molto indipendente che come
stile di narrazione e messa in scena mi ha ricordato un altro film
sconosciuto e da vedere assolutamente per i fan del genere, ancora più bello, di nome
Butter
on the latch
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