Titolo: Cured
Regia: David Freyne
Anno: 2017
Paese: Irlanda
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 3/5
Molti umani si sono trasformati in
creature simili a zombie. Una cura c'è ma gli infettati dovranno
essere isolati da tutto e da tutti.
Nella sezione After Hours continuano come ogni anno le sorprese e le delusioni.
Quest'anno riaffiorano alcuni film a
tematica zombie con quest'opera prima che è una bella via di mezzo.
A differenza del film francese Les
Affames, piccolo vero
gioiellino pur non dicendo nulla di nuovo, The Cured, irlandese,
cerca invece di aggiungere nuovo materiale in termini di soluzioni
all'epidemia e ad un messaggio politico nemmeno tanto velato.
In questo caso, come in altri film,
viene trovata una cura al virus che ha trasformato parte della
popolazione in zombi, in cui il 75% delle persone colpite è stato
guarito dal virus mortale denominato Maze, lasciando però il 25%
ancora infetto, una fascia di cosiddetti “resistenti”, che, cioè,
non reagiscono alla cura come gli altri e vengono rinchiusi in
ospedale, in attesa di un’altra terapia.
Da qui in avanti le reazioni verso gli
individui all'interno della società sono diversi per chi sta
cercando di rifarsi una vita, alle persecuzioni che vedono questi
individui marchiati ormai come capri espiatori e vittime sacrificali
perfette in una società sempre più paurosa e xenofoba.
Come poter perdonare e accettare
qualcuno che nonostante la cura si è macchiato di assassini brutali
e in alcuni casi arrivando a cibarsi di bambini molto piccoli.
Inoltre l'aspetto peggiore (ma direi quello più interessante) è
quello legato ai ricordi, dal momento che gli ex infetti conservano i
ricordi delle carneficine commesse, con relativi disturbi
post-traumatici. Proprio questo elemento nella buona e nella cattiva
sorte non sempre riesce a dare la giusta dose di empatia in
particolare legata alla sofferenza del co protagonista e i dialoghi
con Ellen Page a capo dei non infetti.
La messa in scena di Freyne è dura e
non lesina sul sangue, sull'elemento gore, su una fotografia
freddissima e glaciale e dialoghi tagliati con l'accetta senza
nessuna traccia di salvezza ma forse solo di redenzione.
Un'opera indipendente e solida che
seppur non entra nella cerchia dei film memorabili sugli zombie,
rispetto alla stragrande maggioranza dei film in circolazione,
propinando sempre lo stesso assetto, questo the Cured ha diversi
elementi maturi e politici per cercare di fare nel suo piccolo la
differenza.
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