Titolo: Al massimo ribasso
Regia: Riccardo Jacopino
Anno: 2017
Paese: Italia
Festival: 35° Torino Film Festival
Giudizio: 3/5
Uno spregiudicato quarantenne vive
garantendo l'assegnazione delle aste alla malavita. Non si sa come,
ma conosce sempre l'offerta più bassa, il che inquina il mercato e
manda in rovina cooperative e piccoli imprenditori. Ma un giorno si
trova di fronte alla questione, squisitamente etica, della scelta.
Cinema civile, coraggiosamente prodotto da una cooperativa sociale
torinese, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.
Al massimo ribasso è il secondo lungometrgio prodotto dalla cooperativa Arcobaleno di Torino con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e Rai Cinema dopo l'indie e l'esordio di 40%.
Un noir o meglio un fanta-noir con un
piede nella critica alle gare d'appalto truccate e con una
realisticità che abbraccia il cinema d'autore e una sotto-storia che
strizza l'occhio al cinema di genere senza però renderlo
esageratamente inverosimile ma dotandolo di una metafora di fondo
importante.
Il risultato del secondo film di
Jacopino è per certi versi bizzarro. Di sicuro a livello tecnico il
film vanta un salto di qualità in avanti notevole per quanto
concerne la messa in scena, la fotografia, il montaggio e la post
produzione. Anche per quanto concerne il cast il film ha voluto
puntare su volti leggermente più noti anche se sempre presi
dall'hinterland dell'indie torinese.
Eppure se da un lato 40 % aveva quella
vena e quel taglio così indipendente e quasi "amatoriale"
vinceva sicuramente sotto il punto di vista empatico, elemento che
questo film sembra dimenticare pur appartenendo e rispettando le
regole del noir che di fatto non abbracciano appieno sentimenti ed
emozioni per rendere quel taglio più cupo e freddo.
In fondo sono scelte e così anche i
raccoglitori della Cartesio vengono sostituiti con attori
improvvisati o figuranti che seppur in gamba (ma non tutti di certo)
non lasciano quelle emozioni e quel senso di realisticità e
amatorialità che hanno saputo rendere al meglio mostrando tutte le
loro fragilità in momenti di cinema popolare molto forte e toccante.
Al massimo ribasso è la condizione o
meglio la metafora che per chi lavora come il sottoscritto e tanti
altri all'interno delle cooperative, scoprendo di giorno in giorno
quanto queste realtà spesso rischino di venir sostituite da società
senza più avere quello spirito umano con cui è nata l'idea stessa
di cooperativa.
Arcobaleno-Segnali di senso aggiunge
un'altra tacca al panorama del cinema indipendente italiano,
dimostrando coraggio, mettendosi in gioco con un film forte, duro nel
suo voler essere politico e di genere, vincendo sicuramente alcune
sfide come ad esempio una maturità tecnica, perdendo però quella
semplicità e armonia che ha fatto diventare 40% una piccola chicca
dell'indie italiano tutto virato al sociale.
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