Titolo: Games of Death
Regia: Sebastien Landry E Laurence
Morais-Lagace
Anno: 2017
Paese: Usa
Festival: 35°Torino film Festival
Giudizio: 3/5
Un gioco da tavolo, il Game of Death,
ha un’unica regola: se non uccidi qualcuno, ti esplode la testa,
entro 20 minuti. Sette ragazzi vi partecipano ignari, a loro spese.
Notte horror al Tff tra cornetti e
caffè bollente.
Games of Death è un'opera divertente,
eccentrica e con tanto splatter che sostanzialmente porta avanti
un'idea di carneficina che negli ultimi anni sta partorendo tanti
ibridi con l'idea di fondo che poi è sempre la stessa.
Siamo quest'anno, con tutte le opere
visionate, in toni decisamente eighties, dove la stragrande
maggioranza dei film si rifà ai videogiochi e a quell'aspetto
ludico, spensierato, con in alcuni casi rimandi alla sci-fi e con le
musiche fatte col sinth che tanto piacciono.
Games of Death dura 75', la trama è
praticamente un escamotage per mostrare questo branco di buoni a
nulla e tutti straordinariamente cazzoni e antipatici alle prese con
questo strano gioco.
Cronemberg e Carpenter su tutti nella
miriade di citazioni ma anche Battle
Royale 2, Belko
Experiment
e via dicendo.
Un film con un ritmo incredibile,
splatter al massimo, senza guizzi di sceneggiatura ma con l'unico
scopo di arrivare a far esplodere e ammazzare tutti l'uno con l'altro
nel minor tempo possibile.
Da questo punto di vista il film fa
centro divertendo e mostrando frattaglie in tutte le forme e maniere
nonchè teste che piano piano si ingrandiscono assomigliando in
alcuni casi alle deformazioni di Rob Bottin. Puro divertissement
senza bisogno di spiegazioni e soprattutto di nessun tipo di
background ad esempio da dove provenga il gioco, sul finale
telefonatissimo e alcune scelte che muovono le azioni dei personaggi
davvero lasciate al non sense totale.
Per chi vuole staccare il cervello,
ridere e divertirsi prego avvicinare il dito al tasto, una piccola
puntura, il sangue che arriva al nucleo del gioco e il ghigno del
malefico display, in una narrazione veloce, scatenata e
sgangheratissima.
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