Titolo: Cabin Fever(2016)
Regia: Travis Zariwny
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
La trama ripercorre lo script originale
del film del 2002 in cui un gruppo di studenti universitari decide
affittare una capanna nel bosco per fare baldoria. I giovani tuttavia
inizieranno a morire a causa di un misterioso virus mangia-carne che
scatenerà l’inferno nei boschi.
Continuo ad essere dell'idea che i
remake debbano avere qualche ragione d'essere solo se trasmettono
qualcosa di nuovo, se riescono a dare smalto o enfasi in più o
sfruttare elementi che nell'originale non erano possibili o presenti
per determinate caratteristiche.
Dunque un conto era parlare di prequel
e sequel come è stato per Cabin
Fever 2-Spring Fever
che apportavano qualche novità
introducendo aspetti funzionali.
Ora il contributo di Zariwny è quello
di replicare l'originale, in quello che a tutti gli effetti appare
come uno dei remake più fedeli che si ricordino (gran parte delle
scene sono replicate, e persino alcuni dialoghi riprendono quelli
originali), infatti la sceneggiatura è scritta dallo stesso Randy
Pearlstein, co-sceneggiatore dell'originale del 2002.
Qualche scena di nudo e sesso in più
il film la inserisce ma solo perchè sennò anche il ritmo avrebbe
cessato di mantenere la suspance. La struttura poi sembra essere
vagamente più yankee e con un infarcitura di “ragazzi nel bosco”
vs bifolchi di turno maggiore, eppure fin da subito purtroppo la
mancanza di originalità si sente come una denuncia piuttosto
insignificante.
Se già il primo in fondo prendeva e
mescolava due o tre elementi di genere già sfruttati, un remake di
un film già sopravvalutato di suo, non si trova un motivo per
giustificarlo.
Le scene clou poi del primo come se non
bastasse, giocavano sulla sospensione di incredulità e originalità
nei confronti del doveroso pubblico.
Qui lo spettatore le conosce già e
dunque è ancora più inutile. Il gioco non vale la candela.
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