Titolo: Survivalist
Regia: Stephen Fingleton
Anno: 2015
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5
In un’epoca di carestia, il
“survivalista” vive grazie a un piccolo appezzamento di terra
nascosto nella foresta, proteggendo il raccolto dagli intrusi con un
fucile e delle trappole improvvisate. Ma i lunghi anni di solitudine
si pagano a caro prezzo e l’uomo inizia a perdere contatto con la
realtà. Tutto cambia quando una donna affamata e la giovane figlia
scoprono la fattoria. Alla disperata ricerca di cibo e di un tetto,
la madre offre la figlia per una notte in cambio di ospitalità.
Travolto dal desiderio, il survivalista infrange il suo rigido codice
di autoconservazione e accoglie le due donne.
Quando hai un'idea, nemmeno tanto
originale, ma la strutturi in modo atipico e con pochissimi soldi i
risultati possono essere devastanti o di un realismo che cattura
subito l'interesse dello spettatore.
L'opera prima di questo nuovo talento
inglese, è quest'anno ho dovuto scrivere questa frase numerose
volte, appartiene alla seconda categoria.
Il punto di forza di Survivalist, a
parte l'ambientazione con un bosco idilliaco, il cast funzionale e il
modo di sfruttare la telecamera e la luce, e proprio quello della
regia secca e di uno stile molto crudo, senza mai cadere nella
banalità o nella forzatura.
Tutti cercano di usare tutti, perchè
in fondo l'obbiettivo è la sopravvivenza.
Il dramma post-apocalittico da questo
punto di vista può davvero essere un vaso di Pandora ma più per gli
effetti, le location e il make-up, per il modo di intrappolare un
trio di persone attorno ad un concetto e renderli prigionieri di loro
stessi in un microcosmo che sembra un limbo che ha riportato la
natura ad essere di nuovo predominante.
Survivalist poi non ci comunica nulla
su ciò che è successo e come mai la civiltà, o i residui, vivano
in quelle condizioni. Compare solo un grafico all'inizio che mostra
oscillazioni tra popolazione e petrolio. Per alcuni aspetti,
Survivalist è addirittura meglio di quanto potessi aspettarmi.
Il finale solo non mi ha molto
convinto, troppo prevedibile e scontato, anche se dall'altra non cede
come dicevo ai compromessi ma arriva subito al punto.
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