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mercoledì 5 giugno 2019

Zombie self defence force


Titolo: Zombie self defence force
Regia: Naoyuki Tomomatsu
Anno: 2006
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

L'onda di radiazioni irradiata da un UFO schiantatosi ai piedi del Monte Fuji resuscita i morti in tutta la regione trasformandoli in famelici zombies. Un gangster eliminato da uno yakuza, un suicida ed una donna incinta uccisa accidentalmente dal suo amante durante un alterco violento sono i primi morti viventi che diffondono il contagio azzannando chiunque attraversi il loro cammino. Un gruppo di soldati presente nella zona per una esercitazione impugna le armi contro le mostruose creature per proteggere una scolaresca in gita, salvare la propria pelle e l'intero paese. Gli zombies cadono sotto i colpi delle armi da fuoco o sono smembrati e decapitati da lame affilate, ma i nemici più insidiosi sono il feto della donna incinta che si è tramutato in un ferocissimo mostriciattolo sgattaiolante ed il mummificato eroe della seconda guerra mondiale venerato dagli abitanti come una divinità nazionale. Tra i militari, c'è anche un cyborg costruito in via sperimentale da una equipe di folli scienziati che sogna di creare un esercito di soldati imbattibili per vendicare in futuro la sconfitta subita per mano degli americani. Al termine della lunga battaglia, i dischi volanti tornano a volteggiare nel cielo profilando un nuovo pericolo...

Come per il j-horror e il sotto genere Dnotomista parliamo del "Nihozombie" in cui gli ingredienti sembrano unire elementi del cinema low budget a sotto generi con precise connotazioni cinematografiche dal trash, weird, erotico, commedia, ironico, zombie, invasioni aliene, splatter, gore, arti marziali etc. Tutto questo mischiato assieme in un gruppo di film che negli anni da parte di un certo pubblico hanno saputo diventare dei piccoli cult.
Parlo ovviamente di HIGH SCHOOL GIRL RIKA:ZOMBIE HUNTER, GIRLS REBEL FORCE OF COMPETITIVE SWIMMERS e JUNK.
La lista è ancora più fitta ma diciamo che questi sono i pezzi forti, quelli che con diverse difficoltà hanno oltrepassato il confine per giungere fino a noi sottotitolati.
Tomomatsu purtroppo ha diretto solo tre pellicole con cui l'ultimo più famoso facente parte del sotto genere Dnotomista conferma la sua passione per gli eccessi.
Infatti come per gli altri suoi film eccetto il primo, si riconferma una vena spiccata per lo splatter gore dove seppur il budget è limitato, i nipponici confermano di non fermarsi di fronte a nulla anche a ridosso di problematiche difficili da dimenticare (un set imbarazzante e alcune scenografie da capogiro). Il regista dimentica quella pacatezza che avvolgeva l'atmosfera del suo esordio per buttarsi su una galleria di scene gratuite e per certi versi tragi comiche dove purtroppo l'esito è l'assenza di violenza (non accenna mai a prendersi sul serio) e un cast composto da un gruppo di persone che fallisce miseramente il compito di portare un minimo di tono all'intera vicenda.



Vampire girl vs. Frankenstein Girl


Titolo: Vampire girl vs. Frankenstein Girl
Regia: Naoyuki Tomomatsu, Yoshihiro Nishimura
Anno: 2009
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

In un tragico triangolo amoroso, Monami/Vampire Girl dà a Mizushima per San Valentino un cioccolatino ripieno del suo stesso sangue, trasformandolo così in un immortale. Il terzo lato del tiangolo è Keiko, che vuole Mizushima tutto per sé. Ne deriva quindi un combattimento, ma quando Keiko muore inavvertitamente cadendo dal tetto, suo padre Kubuki scienziato pazzo la riporta in vita mettendole alcune parti del corpo di suoi compagni di scuola che le permetteranno di sconfiggere Monami in una battaglia all'ultimo sangue.

Tomomatsu è stato uno dei padri del "Nihozombie" e dello "Dnotomista" di fatto due sotto generi che avevano il preciso scopo di sovvertire le regole sfatando il taboo del lecito/proibito.
Sotto generi sicuramente più interessanti rispetto ai prodotti "Guinea Pig" che invece rappresentano esperimenti estremi di puro torture porn con accenni sul fenomeno dello snuff movie.
"Dnotomista" a cui questo film fa riferimento nato proprio da "Notomista" quella particolare attitudine allo smembramento dei corpi umani per veder la compositura interna di essi.
I film sono quasi tutti nipponici e vedono al timone alcuni registi mica da ridere con una loro personale e malata matrice d'identificazione.
Nishimura che firma il film assieme al sopra citato usciva dalle fila degli amanti dello splatter nipponico, un mestierante che al contempo era un visionario effettista con la fama di essere tra i più esperti macellai del settore (MEATBALL MACHINE ad esempio)
Al di là della strizzatina d'occhio sul nome della pellicola (che c'entra davvero poco) della sapiente mano di grafici esperti per rendere le locandine il più ghiotte possibili, il film ha una trama indefinib
ile, presa da un manga che dicono in patria abbia riscosso un certo successo, così come parte dello svolgimento e delle intenzioni dei protagonisti.
Un film con un'anima demenziale e surrealista che non riesce mai a rivelare il suo scopo o meglio l'intento del film apprezzandone gli sforzi e la voglia di distruggere ogni confine cinematografico. Sembra una confusa mattanza, una macelleria messicana tutta ritoccata al computer con i soliti protagonisti che sembrano camminare su una passerella di moda piuttosto che in uno scenario apocalittico dove ancora una volta l'esagerazione, che spesso ha portato a risultati più che ottimi, lascia il passo a qualcosa di irrisolto, uno spettacolo di luci e secchiate di sangue che sembra ogni volta ricominciare da capo risultando inconcludente e soprattutto irrisolto.