venerdì 9 agosto 2024

Divinity


Titolo: Divinity
Regia: Eddie Alcazar
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Due fratelli rapiscono un magnate che sta investendo sulla ricerca dell'immortalità (un siero chiamato Divinity). Al loro fianco arriva anche una donna molto seducente che mette a repentaglio le loro convinzioni.

Eddie Alcazar è uno di quei registi che in un modo o nell'altro pensano di essere dei talenti del cinema sperimentale. Per quanto ne so io, bisogna farne di gavetta per diventare Bertrand Mandico o simili. PERFECT del 2018 non mi era piaciuto. Era imperfetto anche se interessante.
Anche in questo caso il confronto è simile ma con uno step in più che al di là di un cast ben più costoso e appagante vede poroprio una sostanza e una messa in scena ancora più ricercata prendendosi un rischio enorme fotografando in b/n. C'è tanta scifi, uno scienziato pazzo che crea un siero che migliora il fisico portando al paradosso il concetto di perfezione con questa dipendenza dove in una bella scena tutti uomini e donne non fanno altro che calarsi con il contagocce questa sostanza. C'è un concetto di sostanza mica da ridere ma il film esplora altri contesti anche se non proprio tutti vengono descritti a dovere. Ad esempio l'origine dei due fratelli che sembrano scesi dal cielo che non conoscono la sessualità e dovranno scoprirla così come tutta una serie di iniziazioni e il loro scopo che non è nemmeno così chiaro. Allo stesso tempo la sacerdotessa femminista madre di tutte le donne che non possono generare figli che sembrano aspettare anche loro che si avveri una fantomatica profezia che nel climax finale desterà un certo stupore.
C'è un combattimento finale assolutamente fuori da ogni schema, il “meta-scope” Alcazariano per descrivere una tecnica visionaria che unisce live action e stop-motion, in un mostro che passa da Elephant Man a Ray Harryhausen finendo per diventare un Vf visivamente d'effetto e divertente quanto folle e fuori dagli schemi. Ha coraggio Alcazar e alcuni spunti sono davvero buoni così come una certa atmosfera che si respira nel film desaturato completamente dove si rimane per tutto il tempo in un non luogo. Sicuramente è da tenere d'occhio perchè il talento è innegabile.

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