William Tell ha trascorso un decennio in prigione, dove si è letto a fondo le meditazioni di Marco Aurelio e ha imparato a contare le carte, ovvero a tenere traccia di ogni carta giocata durante una partita. Una volta uscito mette a frutto la sua abilità girando per i casinò d'America e partecipando a numerosi tornei di poker. Non si fa cacciare dai gestori dei casinò perché sa mantenere obiettivi modesti: punta poco, vince (e perde) poco, e s allontana quando il gioco si fa duro. Ma la prorompente La Linda, finanziatrice in cerca di un mago delle carte, gli propone di entrare a far parte della sua squadra e lo convince ad alzare la posta.
L'America e la guerra insegnano che le
colpe vengono pagate dai tasselli più deboli, i soldati, e non dai
loro superiori. Pur costringendoli come in questo caso a macchiarsi
di atrocità inaudite come quelle ad Abu Ghraib diventando colpevoli
ed emissari di orrendi maltrattamenti ai prigionieri. William è un
sopravvissuto che dopo anni di carcere cerca di convivere con i suoi
demoni.
Il poker, le stanze d'hotel che arreda a suo piacimento rendendole più neutre possibili e incontri che sembrano destarlo da un torpore a cui si stava finalmente abituando. Il film di Schrader è una sentenza con una chiara politica d'autore e un messaggio che non può passare inosservato.
Un film malinconico con uno stile e una classe e un silenzio che lo contraddistinguono tale da renderla una delle opere autoriali più belle dell'anno. Un film sulla redenzione, un revenge movie atipico dove al di là del prevedibile climax finale assistiamo in silenzio alle azioni e alle vicissitudini di una vittima e carnefice allo stesso tempo che non potendo avvicinarsi a qualcosa di umano e vivo sceglie il mondo delle carte e dei tornei di poker.
Il poker, le stanze d'hotel che arreda a suo piacimento rendendole più neutre possibili e incontri che sembrano destarlo da un torpore a cui si stava finalmente abituando. Il film di Schrader è una sentenza con una chiara politica d'autore e un messaggio che non può passare inosservato.
Un film malinconico con uno stile e una classe e un silenzio che lo contraddistinguono tale da renderla una delle opere autoriali più belle dell'anno. Un film sulla redenzione, un revenge movie atipico dove al di là del prevedibile climax finale assistiamo in silenzio alle azioni e alle vicissitudini di una vittima e carnefice allo stesso tempo che non potendo avvicinarsi a qualcosa di umano e vivo sceglie il mondo delle carte e dei tornei di poker.
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