Dopo la morte della madre e in mancanza di altri parenti noti, Evie fa un test del DNA e scopre di avere ancora un cugino di cui ignorava l'esistenza. Una volta entrata in contatto con questa nuova famiglia, viene invitata in una tenuta della campagna inglese per partecipare a un matrimonio, dove viene sedotta da quello che sembra un affascinante aristocratico. L'incontro è però solo l'inizio di una serie di terribili eventi.
Invitation era stato segnalato da un articolo di Internazionale come uno di quei film che attaccavano la ricchezza. Ed è un misto della fiaba con la ragazza povera meticcia che incontra degli avi che scopriamo essere ricchi proprietari di terreni e ville. Una casata, gli Alexander, dove Evie finirà per trovarsi da un momento all'altro confinata lì dentro, innamorarsi subito del ricco belloccio e finire per sposarsi in una proposta "di sangue". Su Mymovies c'è scritto "Una giovane donna viene corteggiata e gettata via, solo per rendersi conto che è in corso una cospirazione gotica" il che non ha alcun senso ovvero la cospirazione c'è ma di gotico nulla. Purtroppo il film della Thompson ci mette davvero troppo a ingranare, a farci conoscere la solitudine della protagonista e gli inutili dialoghi con l'amica (non sei Jordan Peele che te li puoi permettere con una certa malizia e satira politica) per poi farci approdare alla mansione dove anche qui c'è una lunga carrettata di personaggi e una schiera di cameriere usate come sacrifici umani. Dal punto di vista artigianale e nelle scelte estetiche anche per quanto concerne alcune inquadrature e scene il film è infallibile. Peccato però che succede tutto nei soli venti minuti finali dalla proposta di matrimonio alla scena splatter finale dove la final girl stanerà vampiri per dare poi fuoco alla dimora.
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