Due bounty killer spaziali sono sulle tracce di una IA quando assistono a un fenomeno mistico: il fantasma di una giovane si libra dalla macchina, come se l'astronave avesse un'anima. Il fantasma sfida i due a una caccia intergalattica
Blood Machines diviso in tre capitoli è un esperimento fantascientifico visivamente spettacolare.
Per quanto concerne la storia è una clamorosa vincita e rivincita della donna che conquista poco di meno che la galassia intera, sviluppando una coscienza e allargando un corpo in grado di assorbire tutto ciò che le sta attorno (astronavi, pianeti, persone).
Sembra di vedere un esercito di Bene Gesserit fuse con la tecnologia di Tsukamoto e alcuni richiami cronemberghiani. Il film indipendente è stato finanziato tramite campagna Kickstarter ed è in lavorazione da alcuni anni presentando oltre 500 riprese VFX e mettendo in mostra il lavoro di 7 società CG. Le musiche di Carpenter Brut sono fondamentali per far entrare lo spettatore in un viaggio onirico incredibilmente complesso e sviluppato, come se fosse una sorta di vangelo apocalittico o di rinascita della scifi indipendente. Pochi dialoghi, scenografie elaborate e stratificate dove si riesce a dare enfasi e sostanza ad ogni elemento. Dove il carattere delle protagoniste riesce ad innalzarsi a qualcosa di sacro e allo stesso tempo pericoloso per chi come i due bounty killer, Vascan in particolare, non ne rispettino i valori e il loro credo. E' un viaggio messianico dove una delle sacerdotesse, Corey, particolarmente in forma libera questa strana alchimia composta da donne e macchine, in una fusione che lascia basiti per la struggente importanza che le viene attribuita. Le astronavi sanguinano e le donne all'interno delle parti meccaniche riescono a guarirne le ferite facendole risorgere.
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