Nel 2011, a Chongqing, la studentessa Chen Nian è a poche settimane dall'esame di ammissione all'università. L'intera scuola è in fermento per l'importanza del traguardo, per il quale i ragazzi sono soggetti a enorme pressione. Un'amica di Chen Nian, tormentata per mesi dai compagni di classe, si suicida nel cortile della scuola. Un trauma che, assieme ai debiti della madre, rende la protagonista il prossimo bersaglio di un bullismo estremo. Mentre la polizia indaga sul caso senza troppo successo, la ragazza conosce e in seguito si affida alla protezione di Xiao Bei, giovane delinquente della zona.
Better days è prima di tutto un film romantico. Era dai tempi di BAD GUY di Kim Ki-duk che non mi emozionavo così tanto e il film manco a farlo apposta ricorda per lo strano legame tra i due protagonisti il capolavoro del regista coreano. Qui la vicenda come sempre più spesso capita per i drammi orientali è un compendio di tematiche attuali come il bullismo, l'emarginazione, la solitudine, crescere senza genitori, la sofferenza, il mondo della delinquenza e in una parola il rito di passaggio tra l'adolescenza e l'età adulta.
Better days racconta così tante cose per arrivare infine ad un processo e un interrogatorio straziante per tutta una serie di rivelazioni che Tsang non mancherà di centellinare in una struttura drammaturgica sontuosa e originale.
Un film complesso e ambizioso che colpisce duramente allo stomaco come nelle scene di bullismo in cui vediamo le ragazze per bene fin dove possono spingersi ai danni di Chen, la vendetta che colpisce in maniera spietata, l'emozionante rapporto tra Chen e Xiao e infine un paese dove alla base viene anche inquadrato un altro passaggio fondamentale quello del Gaokao, il famigerato esame che deciderà il futuro degli studenti e la pressione e la competitività a cui gli adolescenti sono soggetti.
Better Days vincitore di numerosi premi è stato bloccato dalla censura del suo paese come se tematiche di questo genere non vogliano essere tirate in ballo ed esaminate come a dire che il problema di non saper gestire dinamiche complesse tra adolescenti è un problema su cui è meglio non parlare troppo e palesare la realtà (l'idea del film nasce infatti da un episodio di cronaca).
Il film riesce ad andare oltre tutto questo diventando un manifesto che andrebbe fatto vedere nelle scuole dal momento che tratta la verità emotiva come non succedeva da anni, con una costruzione esemplare della tensione e una tenuta narrativa impeccabile nonostante le oltre due ore di durata.
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