Dopo aver eseguito rito funebre in maniera iconoclasta, per la scomparsa della madre, i fratelli Watson - Owen e Oswald – aggrediscono una coppia di sventurati viaggiatori, rimasti a piedi con la macchina. L'uomo viene ucciso, mentre la ragazza tenuta prigioniera in una stalla. Alcuni mesi dopo due giovani coppie, composte da Steven, Mike, Jenna e Taylor, sono in transito sulla stessa strada isolata e sperduta tra i boschi. Anche loro rimangono a piedi: Mike e Taylor decidono di incamminarsi per raggiungere il Watson's garage, un'officina notata durante il transito ma colgono ben volentieri l'occasione per darsi ad un amplesso, tradendo i rispettivi partners. Amplesso interrotto dall'arrivo di uno dei fratelli Watson. I Watson infatti sono feroci serial killer che si dilettano, senz'altro motivo che dare in pasto la carne umana ad un "presunto" bue, nel catturare, fotografare e uccidere, torturandoli prima a lungo psicologicamente, occasionali passanti.
I film redneck sui bifolchi sono stati sdoganati in quasi tutti i modi dalle varianti più estreme a quelle più classiche. Butchers era quindi una bella scommessa dal momento che trattava una trama a dir poco già visto cercando di individuare in alcune varianti qualche scintilla di originalità.
Il risultato è discreto, niente di che intendiamoci, ma si lascia guardare, centrando tutti gli stereotipi del genere senza inserire chissà quali novità.
Una famiglia allo sbaraglio di psicopatici con tanto di mostro deforme (un nano) nascosto dietro le lamiere in una catapecchia in mezzo al bosco, il solito gruppo di giovani che troverà il proprio destino nelle fauci delle bestie e una galleria di personaggi dove non hanno ancora appreso una delle prime regole in scenari come questi ovvero prendere le distanze da tutto e tutti mentre la protagonista e la sua amica (che si tromba il suo ragazzo) immancabilmente finiranno come sempre a smentire questa regola, a salire in macchina degli psicopatici in questione e fare tutte le scelte sbagliate.
Tanta violenza, in particolar modo Oswald, un finale che per alcuni aspetti risulta la parte migliore dove se di solito la protagonista, almeno lei di solito si salva, mentre qui finisce davvero male senza nessun tipo di salvezza e redenzione ma solo la consapevolezza di aver fatto delle scelte pessime.
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