Titolo: Ultras
Regia: Francesco Lettieri
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
La storia di un'amicizia, di una fede e di un amore
scanditi dalle ultime settimane di un campionato di calcio. E dell'inevitabile
incontro con il proprio destino.
Il dato più impressionante non è di come Lettieri abbia
inquadrato le tifoserie e gli ultras napoletani, i fittizzi Apache (in realtà
su uno degli striscione compare Wes Studi aka Magua che in realtà era un
Urone).
Il dato significativo è il rapporto generazionale tra
adulti e ragazzini, in cui i giovani-adulti ormai cinquantenni e diffidati
vengano rappresentati come dei tamarri tutto muscoli, canne e vendetta.
Sandro quando sbotta con il suo socio e amico, che come
lui è costretto ad andare a firmare in questura dopo il daspo, gli grida face
to face di come dovrebbero forse vergognarsi e ragionare sulla loro attuale
posizione e di quanto sia inutile prendersela con i ragazzini quando loro per
primi hanno fatto le stesse cose. Per quanto riguarda la storia, la struttura è
la parte che viene meno con il climax finale da lacrimuccia facile e in fondo
abbastanza scontato se non il dubbio tra Sandro e il ciccione (che richiama
drasticamente il finale di Hooligans). Lettieri però come Giovannesi e Sollima
o pochi altri riesce a girare molto bene per le strade di Napoli inquadrando
tutti i fenomeni connessi e i rapporti tra i personaggi che diventano l’analisi
sociale più bella del film, passando dalla frattura generazionale ad una
caratterizzazione dei personaggi interessante, in cui ancora una volta sondiamo
queste famiglie disfunzionali e surrogate dove il bisogno di mantenere dei
rapporti e non rimanere da soli porta all’accettazione di un chiunque che venga
posto di fronte (come per la madre di Angelo). Cinema neorealista urbano
contemporaneo con tutti gli annessi e i connessi del territorio campano, dal
porto, ai bar inaccessibili, i quartieri, la periferia, Ischia.
Condito da interessanti scene d’azione il film poteva
avvalersi di una scrittura che soprattutto nello sciorinare gli eventi si
rendesse più complessa e meno marginale.
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