Titolo: Cari fottutissimi amici
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1994
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Siamo nel 1943, in Toscana. Un gruppo di pugilatori
improvvisati va a far baldoria nelle sagre di paese.
Quanti elementi sono presenti nel capolavoro di Monicelli
(uno dei tantissimi che per fortuna il grande maestro ci ha lasciato). Un film
sulla guerra che si burla della guerra ma al contempo mostra gli orrori di ciò
che ha creato nelle terre e nelle campagne distruggendo ambizioni e intere
città. Una commedia che per toni e dialoghi e scenette sembra omaggiare le
slapstick ma i risultati alternano divertimento e risate a importanti
riflessioni. Un film sulla povertà e il bisogno di sopravvivere improvvisandosi
come si può.
E poi ci troviamo ancora una volta con un ottimo Paolo
Villaggio a fare da timoniere per un’altra Armata Brancaleone più o meno
fracassata e fracassona come quella vista in precedenza.
Ed è un film estremamente drammatico, in cui ogni faccia
che si mostra è segnata da una disgrazia o alla ricerca di vendetta e
redenzione in una zona rossa dove troviamo ancora i soldati americani con i
loro lussi e i loro vizi a fare da padroni in una terra che non sono stati loro
a salvare in primis.
Un’avventura on the road con un finale abbastanza tragico
e malinconico, una metafora su come l’Italia non è mai stata unita ma troverà
modi e stili diversi per riprendersi.
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