Titolo: Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
Regia: Cathy Yan
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Harley Quinn deve salvare la giovane Cassandra Cain, che
si è messa nei guai entrando in possesso di un diamante di proprietà dello
spietato boss della malavita Black Mask.
Birds of prey e la fantasmagorica rinascita di Harley
Quinn era quel film che non aspettavo e che in realtà non volevo nemmeno vedere.
Poi preso dalla curiosità e dal fatto che la Dc senza Snyder ha dato dei
risultati interessanti, Shazam su tutti, mi sono regalato queste due ore di
intrattenimento ed il risultato è stato quello che non mi aspettavo. Il secondo
lungo della Yan è un concentrato di insensatezze divertenti con un turbo ritmo
che supera addirittura il film menzionato prima e con un vaso di Pandora di
efferatezze, colori, battute, combattimenti, squartamenti, sparatorie, che
sembrano anni luce avanti rispetto ad alcuni comics degli ultimi anni.
Essendo un film d'intrattenimento che non aveva una storia
interessante e doveva trovare dei personaggi per cui provare empatia, che già
solo per Harley era difficile, la regista e gli sceneggiatori cercano e trovano
e danno spessore alla follia, quella totale, in cui la protagonista deraglia
continuamente dalla sua scelta egoistica sul cosa dover fare e per chi. E poi
la scelta di rendere buoni delle sopracitate cattive non era cosa facile e
infatti come per tanti elementi del film la sospensione dell’incredulità deve
finire in un limbo e capire che da lì non ne uscirà più. Ci sono state delle
scelte abili, a parte il cast e Margot che riesce persino a mettere da parte la
bellezza per creare un pathos e un personaggio davvero borderline con una doppia
diagnosi e le Fox Force Five che togliessero ad Harley il primato di essere la
più cazzuta ma al contempo portando linfa e risorse ad un team come se ne sono
visti tanti negli ultimi anni.
Trattandosi di fumetto, tutto nel film, ma proprio tutto
a partire dalla iena, è sopra le righe. I più contenuti come Black Mask alias
McGregor infatti sono i meno incisivi e più superficiali. Il film gioca tutto
sull’esaurire ogni location con effetti in c.g desaturando ogni componente e
non lasciando spazio per provare anche solo un secondo ad analizzare quello che
sta succedendo. E’una lunga corsa in una delle più colorate e fracassone
gallerie dei luna park, una corsa continua che non si ferma mai altrimenti
lascerebbe il nulla dietro di sé..però proprio per questo funziona. Volendo
potrebbe avere sequel a bizzeffe proprio per la sua non storia e per dei
personaggi che potrebbero essere almeno caratterizzati con più intenti e
obbiettivi e parlo in particolare per i villain.
Nessun commento:
Posta un commento