Titolo: Silent Hill
Regia: Cristophe Gans
Anno: 2006
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Rose ha una figlia, Sharon, che sta
morendo per una terribile malattia. L'ultimo tentativo per salvarla è
portarla da un guaritore, e, contro la volontà del marito, Rose
fugge con la bambina. Direzione: Silent Hill.
Silent Hill è la risposta seria e che
cerca di sforzarsi di più a quella brutta serie che è RESIDENT
EVIL, fatta forse eccezione per il primo capitolo, ma che poi diventa
una furibonda trashata in tutti i vari sequel. L'horror che sposa
l'idea video ludica non è mai stata presa seriamente in
considerazione da un certo tipo di fan dell'horror che non volevano
vedere mischiati i due universi.
Silent Hill però ha delle connotazioni
che fanno proprio breccia nel cinema, nell'horror, diventando quel
viaggio alla ricerca di segreti sepolti, di se stessi, una fuga da un
presente opprimente, una direzione che lascerà spaesati e incerti su
cosa potrà accadere.
Di fattori importanti c'è ne sono, il
film ne imbrocca alcuni soprattutto nel primo atto, mentre compie i
passi falsi verso il finale quando si scopre troppo, immettendo
troppa c.g di cui non c'era bisogno e soprattutto aggiungendo troppi
personaggi disfunzionali come la comunità e la loro leader. La
musica e soprattutto l'atmosfera iniziale rimangono la parte più
bella, proprio quella dei non detti, della nebbia, dei silenzi, dove
c'è la totale assenza dei mostri. Proprio le creature come gli umani
ad un certo punto soffocano la narrazione anche se il mostro finale
con la testa a trapezio che strappa letteralmente la pelle dal corpo
di una delle vittime è difficile da dimenticare per quanto sia stato
azzeccato almeno esteticamente.
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