Titolo: Hwayi a monster boy
Regia: Jang Joon-hwan
Anno: 2013
Paese: Corea del sud
Giudizio: 2/5
Hwayi è stato allevato da una banda di
criminali, i quali lo hanno istruito sin da piccolo alle tecniche di
arti marziali e all’utilizzo delle armi. Seok-tae, il capo del
gruppo, decide di sottoporre il ragazzo al battesimo del fuoco
ordinandogli di eliminare Im Hyung-taek, un attivista che si oppone a
un piano di riqualificazione edilizia. L’assassinio, però, porterà
Hwayi a scoprire una sconvolgente verità sul suo passato.
Come spesso
capita con il cinema orientale, in particolar modo in quello coreano,
le cose non sono mai quelle che sembrano, le storie mano a mano che
il film prosegue mutano e le radici si diversificano trasformando i
generi e sapendo diventare quella mistura che abbraccia un po di
tutto.
Thriller,
poliziesco, action-movie, dramma, noir, in parte anche qualche
pennellata horror, Jang Joon-hwan riesce e affina la sua seconda
opera con un film complesso, solo apparentemente semplice nell'idea
di trama che si espande nel primo atto, per poi cambiare rotta
diventando sempre di più uno sguardo sul passato, sulla psicologia
per cercare di fare luce su tutti i fantasmi che nel film appaiono e
di cui vogliamo sapere la storia e la provenienza.
Purtroppo pur
riconoscendo tanti sforzi e alcune capacità notevoli il film
soprattutto nel terzo atto, per porre fine a sotto storie e
personaggi, incappa in una quantità di errori di scrittura davvero
inusuale per questo tipo di cinema e per una storia che già aveva
tanti di quegli elementi senza bisogno di aggiungerne altri o
renderli ancora più complessi.
Il film prende
tante direzioni, non riesce a imbroccarle tutte, ma ha quel bisogno e
fa quello sforzo di cercare di dire quanto più possibile, grazie ad
un cast funzionale, una messa in scena impeccabile e alcune
intuizioni davvero niente male come i continui colpi di scena (basti
vedere la scena iniziale e l'incidente scatenante).
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