venerdì 15 novembre 2019

Scary stories to tell in the dark


Titolo: Scary stories to tell in the dark
Regia: André Øvredal
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Mill Valley, Pennsylvania, 1968. Si approssima la notte di Halloween. Stella, giovane studentessa solitaria con ambizioni di scrittrice, si lascia convincere dai suoi due soli amici, Auggie e Chuck, ad andare a fare pazzie durante la notte. Come prima cosa tirano un brutto scherzo al bulletto Tommy, che se lo merita, ma reagisce con vendicativa determinazione. In precipitosa fuga, i tre vengono salvati da Ramon, di passaggio in città. Fatta amicizia, Stella propone a Ramon e agli altri di andare nella vecchia casa infestata della famiglia Bellows, dove una volta viveva la leggendaria Sarah, una ragazza che, tenuta segregata dai familiari nello scantinato per motivi misteriosi, raccontava storie orrorifiche attraverso le pareti ai bambini che venivano ad ascoltarle e che poi, si dice, facevano una brutta fine. Stella trova il libro dei racconti di Sarah e le cose volgono subito al peggio.

Succedono tante cose in quello che sembrava un trittico di storie dell'orrore ma che invece ha mantenuto una base solida narrando una storia organica con svariate vicende, tante location diverse e piani narrativi che sembrano rincorrersi a mosca cieca.
Il film voluto da Del Toro non era affatto facile. Coniugare racconti dell'orrore per ragazzi, micro storie alcune lunghe un paio di pagine e inserirle in un contesto come quello del '68 in cui succedevano vicende complesse come la guerra del Vietnam mentre nella settima arte Romero scardinava le regole con il suo film più celebre. Un film che rientra perfettamente in un quadro di racconto di formazione fantastico con quella che viste le premesse sembrava una sorta di operazione nostalgica e che solo in parte possiamo dire sia stato così.
Ovredal dopo Troll Hunter e Autopsy of Jane Doe dimostra il suo incredibile talento, con il suo film più ambizioso, complesso, difficile da gestire vista la moltitudine di maestranze coinvolte, il cast allargato, un insolito cocktail di generi che mescola ghost stories, mostri, spauracchi, trasformazioni, enigmi, complotti e segreti da custodire nonchè il bisogno di gridare la verità e riscattare vittime innocenti.
L'aver coniugato tutto in un unico film dandogli un target che mettesse d'accordo diverse fasce d'età, senza lesinare sulla paura, rimanendo creepy al punto giusto e con un paio di scelte congeniali che per gli amanti del genere saranno difficili da dimenticare rimane un'operazione non facile e non alla portata di tutti.
Alvin Schwartz che ha scritto le storie da cui il film è tratto andrò subito a reperirlo.
Delle storie che sembrano strutturate in maniera diversa quando poi il fil rouge è lo stesso, assorbite da tutti i fruitori con effetti diversi, jump scared che però finalmente non sono gettati via giusto perchè la produzione lo impone, qui tutto è molto più articolato, curato in ogni singolo fotogramma, minimale quando deve e spaventoso quando ci regala alcuni mostri per fortuna abbastanza originali (l'ospedale e la cella).
Schwartz, Ovredal e Del Toro sembrano interessati alla scoperta dell'ignoto che per un ragazzino potrebbe davvero risultare molto più profondo di quanto sembri per un adulto, c'è poco sangue, ma l'orrore resta come un'ironia di fondo che in alcune scene smorza i toni senza trascurare un'atmosfera perfetta che piomba lo spettatore in alcuni incubi innocenti spostandoli da una parte all'altra muovendoli sulle corde dei suoi giovani protagonisti, facendogli vivere alcuni dei più importanti scenari che da sempre il cinema horror si è impegnato a farci scoprire.



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