Titolo: Troppo forte
Regia: Carlo Verdone
Anno: 1986
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Oscar Pettinari fa la comparsa a
Cinecittà anche se racconta di film di avventura di cui è stato il
coraggioso protagonista. L'avvocato Giangiacomo Pignacorelli in Serci
gli sente raccontare le sue imprese e gli propone una truffa nei
confronti di un importante produttore americano. Dovrà fingere di
essere investito dalla sua potente auto per poi spillargli denaro.
Oscar, a cavallo della sua moto, esegue ma a investirlo è Nancy, la
protagonista del film che il produttore stava per realizzare. La
ragazza viene subito sostituita e si trova senza soldi ospite della
trasandata abitazione periferica di Pettinari.
Al suo sesto film, Verdone abbassa
leggermente i toni per una commedia molto divertente e girata molto
bene grazie anche all'aiuto di Leone, ma sembra non avere quelle
idee, quegli sprizzi e quell'originalità che lo aveva
contraddistinto nelle opere precedenti.
Senza stare a usare di nuovo uno schema
corale con più storie, il personaggio di Oscar è sempre lui, con le
sue ansie e i suoi tormenti, il carattere da buono e la faccia
angelica che non gli permette di essere un antagonista nel cinema
come vorrebbe.
Ci sono alcune slapstick che seppur
funzionano potevano essere scritte o girate meglio come quella ad
esempio con Sordi. Rimangono comunque una galleria di trovate, dei
soliti noti attori che ricompaiono, di alcune gag e battute
coinvolgenti, la rimozione della milza dove Oscar s'è sempre vantato
di aver perso durante una pericolosissima scena del film "La
palude del caimano" o la natura mitomane schizofrenica del
Pignacorellio o ancora la scena del flipper e l'incredibile sfida in
moto col Murena.
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