Titolo: A spasso con Daisy
Regia: Bruce Beresford
Anno: 1989
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Stati Uniti, Georgia, 1953. Miss Daisy
è una settantaduenne ebrea vedova che vive in una grande villa con
una cameriera di colore. Suo figlio Boolie, dopo che lei è finita
nel prato dei vicini in seguito a una semplice manovra con la sua
Packard, non vuole che continui a guidare e le impone uno chauffeur.
Si tratta del sessantenne Hook, saggio uomo di colore che dovrà
sopportare le intemperanze verbali della signora.
Trattare il tema di un'amicizia tra una
burbera signora ebrea e il suo autista di colore in tempi bui e
difficili dal 1948 al 1973 è stata un'idea ottima per cercare di
parlare di amicizia quando tutto faceva presagire il contrario in
un'epoca di grosse mutazioni sociali.
L'opera di Bresford, mestierante di
Hollywood che firma qui il suo miglior film, parla di colore della
pelle, schiavitù, diritti e doveri, ruoli all'interno della società,
tutti temi che devono molto della loro riuscita dalla scrittura e
dalla stesura della piece teatrale che vinse addirittura un premio
Pulitzer.
La Tandy e Freeman abbelliscono due
ruoli molto lontani ma uniti dai sentimenti e da quella che seppur
contagia il film per tutta la sua durata, una certa melassa
sentimentale, non esagera tirando fuori tutti gli scheletri
dell'armadio di un lungo dialogo sul razzismo e sulle minoranze
etniche tutti i mali di un paese che si è sempre detto democratico e
aperto al dialogo. Un film che riuscì a vincere molto al di là
delle ottime e splendide caratterizzazioni dei due protagonisti, di
aver predicato virtù e tolleranza riuscendo a trattare i sentimenti
giusti per un film che ha conquistato ogni tipo di target e pubblico.
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