Titolo: True Detective 3
Regia: AA,VV
Anno: 2019
Paese: Usa
Serie: 3
Episodi: 8
Giudizio: 4/5
Arkansas, piana di Ozark, 7 novembre
1980. Una comunità statica e retrograda viene scossa da un fatto
terribile, uno di quegli avvenimenti a cui nessuno vorrebbe mai
assistere, in grado di devastare una famiglia e di piantare nella
collettività il seme del dubbio. Due bambini, fratello e sorella,
scompaiono da un giorno all'altro. Tra testimonianze inconsistenti e
indizi confusi si fanno strada i detective Wayne Hays e Roland West,
che passano al vaglio testimonianze e ipotesi per andare a fondo di
una vicenda apparentemente sempre più legata alla pedofilia.
La diffidenza dei membri della comunità
cresce, scagliandosi contro i membri più isolati della società ed
esasperando un clima di discriminazione e razzismo già molto
delicato, che non risparmia lo stesso Hays. A raccontare i fatti
avvenuti negli anni ‘80 è proprio Hays negli anni ‘90, dopo la
scoperta di nuovi dettagli sul caso, e nel 2015, durante
un'intervista per un programma televisivo crime. Il detective è però
tormentato da ricordi sempre più evanescenti, la cui veridicità è
minacciata dall'avanzare di una drammatica demenza senile.
Va bene. La frase è la seguente è la
dicono un po tutti e per quanto non significhi nulla alla fine sembra
avere pure un senso. La prima stagione era la migliore (in realtà
perchè ha fatto nascere e non resuscitare MacConaughey e messo
elementi un po a cazzo del Re Giallo), la seconda (che a me è
piaciuta) la meno bella e infine questa terza che è meno bella della
prima, ma migliore della seconda (che ripeto mi è piaciuta).
True Detective si dimostra ancora una
volta una serie capace di portare sullo schermo un'indagine profonda
dell'animo umano e l'esplorazione inquietante di personalità immerse
in una società ostile prendendo bambini come merce, bifolchi come
concime e corruzione come diserbante.
Dal punto di vista tecnico, questa
terza stagione si riconferma un prodotto ben realizzato, dal taglio
estetico cinematografico e ricco di performance eccellenti dove
ovviamente svettano quelle dei due protagonisti (il buddy col
migliore affiatamento in assoluto) e in sostanza diciamolo pure si
respira tanta aria di "in parte è già stato visto",
cambiando colore della pelle del protagonista, aggiungendo una linea
temporale (quella della vecchiaia) e infine cambiando del tutto
location.
La terza stagione è uno sfacciato
rifacimento della prima, con la differenza che qui i finali
sembravano e potevano essere tanti e diversi quando alla fine si è
scelta la soluzione più semplice e ovvia. E'vero. Alla fine cambia
il luogo, ma non l'ambientazione angosciosa, è diverso il crimine,
ma non la sua capacità di scavare nell'animo umano per far emergere
il marcio che esso nasconde.
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