Titolo: Profezia dell'armadillo
Regia: Emanuele Scarigni
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Zero ha ventisette anni e il talento
per il disegno. La sua vita sociale si limita a Secco con cui
condivide l'entusiasmo per la geek culture. Ma la sua vera passione è
Camille, il suo amore di sempre traslocato a Tolosa. Camille che ama
e che adesso l'anoressia ha vinto. Cercando dentro di sé le parole
per dire il suo lutto, Zero oscilla tra nostalgia e proiezioni
'corazzate'. In conflitto perenne con se stesso, la sua voce
interiore ha il corpo placcato di un armadillo, presenza rassicurante
che lo accompagna permanentemente. Tra Rebibbia e Roma Nord, passando
per il temibile centro, Zero si imbarca in un'avventura splenica e
comica, specchio di un'intera generazione.
La profezia dell'armadillo è l'esordio
di Emanuele Scarigni dalla grapich novel di Zerocalcare con una
sceneggiatura a svariate mani tra cui Mastrandrea.
E'un film italiano all'ennesima
potenza, nel suo prendersi alla leggera e psicanalizzando qualsiasi
cosa, dubbi, incertezze, timori, ricordando Moretti e Pazienza, ma
allo stesso tempo con la difficoltà e un linguaggio che seppur
variopinto, non riesce a reggere tutta la durata del film diventando
soprattutto nella fase finale abbastanza ripetitivo e acerbo sotto
alcuni aspetti che rincorre senza mai raggiungere.
Ci sono molti sforzi, l'idea di
cambiare linguaggio, lasciando molta improvvisazione a dei giovani
attori che non sempre riescono a cogliere tutte le sfumature dei
personaggi.
Se l'obbiettivo di Zerocalcare nel suo
fumetto era quello di non scendere mai a compromessi soprattutto per
i giovani, Zero che sembra sempre sul punto di esplodere con
chiunque, riassume da solo tutti i limiti di questo film aderendo ad
una serie di sequenze che si susseguono senza un disegno portante
comune in grado di unirle e amalgamarle. Lo stesso elemento invece è
per fortuna funziona perfettamente nel fumetto, staccato da queste
regole e in grado di autodefinirsi in modi, tempi e forme diverse.
Simpatiche le scelte come quelle di creare un vero armadillo,
piuttosto inquietante, e di farlo interpretare da un attore, ma sono
effetti che definirei quasi kitch come se basandosi su queste scelte
estetiche, si possa rilanciare un elemento importante quando invece
non basta, e il film nella sua timida apparizione, rimane
un'esperimento simpatico ma niente di più.
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