Titolo: Setta
Regia: Michele Soavi
Anno: 1991
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Investito una sera un vecchio, la
giovane maestra Miriam lo porta a casa sua per i primi soccorsi.
Quello, poco più che contuso, farfuglia che era diretto all'ultima
tappa della sua vita, poi scende nel sottosuolo del cottage
(vastissimo di cui la maestra ignora l'esistenza, abitando da poco in
affitto), dove esiste un profondo pozzo. Il vecchio, Moebius Kelly,
presiede una setta la quale sostiene che è da laggiù che verrà
l'atteso anticristo vendicatore.
Michele Soavi è uno dei miei registi
italiani contemporanei preferiti.
Un maestro a cui per qualche ragione
che non starò a dire non gli fanno fare film, ma è costretto a
stare in un limbo di fiction, film demenziali e serie che spero non
guarderà mai nessuno.
Un talento sprecato insomma che con
soli tre film a mio avviso è diventato un outsider.
Ovviamente parlo della SETTA, Dellamorte dellamore e Arrivederci amore ciao.
Quasi un adepto, un apostolo di
Argento, Soavi mette in scena la sua personale visione del male e dei
suoi devoti come in quegli anni capitava ai maestri del genere nel
nostro cinema e non solo.
Un film dalle tematiche piuttosto
elaborate dal momento che convergono molti aspetti legati al
metafisico al preternaturale, al sovrannaturale, ad un certo
simbolismo nascosto attraverso agende, fazzoletti, insetti, simboli
misteriosi, che sfociano in un mix di premonizioni e incubi in cui ci
viene raccontata un'altra storia sull'Anticristo, tra le migliori nel
cinema, che lo rendono a mio avviso un gioiello autentico se non,
addirittura, un capolavoro.
La Setta anche a distanza di tanti anni
resta un grandissimo film, denso di sublime atmosfera, testimonianza
inequivocabile dello stile consapevole e prezioso del regista, della
sua padronanza assoluta del mezzo cinematografico in cui se vogliamo
trovare un punto debole dobbiamo aspettare il climax finale che
assieme a qualche esplosione di troppo rovinano parte di
quell'atmosfera magica ed esoterica che ripeto è raro sentire,
immaginare e fruire sia nel nostro cinema che in quello
internazionale
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