Titolo: Kin
Regia: Fratelli Baker
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Un ex carcerato e suo fratello sono
costretti a fuggire da un criminale in cerca di vendetta.
Nell'esordio dei fratelli Baker sembra
esserci proprio tutto. Sci-fi, bande criminali che mettono sotto la
polizia, un protagonista di colore dall'infanzia difficile, un road
movie che scappa dai problemi e dalla giustizia, James Franco che
esibisce il suo nuovo look come boss criminale che spara prima di
pensare e tanti inseguimenti, sparatorie, scontri tra uomini del
futuro e citazioni a profusione dove TERMINATOR e Blomkamp sono le
ciliegine sulla torta.
Un brodo di giuggiole quello inscenato
per il loro esordio. C'è tanta roba, molti ingredienti, una cura
minuziosa per l'aspetto estetico, una buona fotografia, una
scenografia curatissima e tanti altri aspetti dove si sente e si
percepisce lo sforzo fatto dalla coppia di registi.
Eppure sembra un boomerang impazzito
che anzichè tornare indietro dal suo padrone fa quello che gli pare
colpendo tutti senza distinzioni. Il che se messo nelle mani di
qualche autore con esperienza poteva portare a qualcosa di ancora più
anarchico e allucinato. La storiella dei Baker finisce subito per
arrotolarsi su se stessa e a parte vedere un bambino costretto ad
uccidere perchè solo lui ha il potere di farlo, è una scelta
coraggiosa e certamente pesante e non capita spesso di vederlo ma da
solo non basta.
Ho fatto quasi un salto sulla poltrona
quando ho letto che alla sceneggiatura c'era Daniel Casey autore del
buon DRAG ME TO HELL.
C'è tanto baccano, molti sentimenti,
un cast incredibile dove a togliere il fiato ci si mette pure Zoe
Kravitz a fare la spogliarellista e poi un finale in quella centrale
di polizia che forse è tra le cose più belle del film fino
all'arrivo di Michael B.Jordan.
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