Titolo: Possum
Regia: Matthew Holness
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5
Philip è un problematico burattinaio
per bambini che è costretto ad affrontare il suo malvagio patrigno e
i segreti oscuri e surreali che lo hanno torturato per tutta la vita.
Facendo i conti con il suo passato, dovrà affrontare anche Possum,
l'orribile pupazzo che tiene in una custodia di pelle nera. Scoprirà
suo malgrado che sfuggire alla volontà di Possum è difficile tanto
quanto venire a patti con i propri demoni.
Sean Harris è uno dei quegli attori
inglesi e caratteristi che riescono con la loro intensità a fare
cose che molti altri attori non riescono a fare. Come ad esempio
tenere sulle spalle un film intero. Trasmettere la paura, l'ansia,
l'atmosfera. Il suo pari in America è il camaleontico Doug Jones.
Entrambi sono due mostri e come tali spesso vengono chiamati proprio
per i ruoli da antagonista o da freak.
Possum è magnifico, un horror
psicologico enigmatico che in nemmeno novanta minuti racconta un
dramma famigliare spesso, mostra un burattino che fa paura, durante
il film non succede quasi niente (scordatevi omicidi o scene di
violenza, scordatevi il sangue) e per tutta la durata sembra un
incubo onirico e allucinato di Lynch e tante altre cose ancora che
sono state create e pensate con l'unico scopo di togliervi il sonno.
Un film dove i dialoghi sono ridotti
all'osso, c'è un attore e un co protagonista e basta.
Il resto è un racconto di evocazione
che riesce ad impiegare esemplarmente i suoi mezzi.
Un altro esempio di come al budget si
possono sostituire le idee, nemmeno così originali ma sapientemente
dosate e messe in scena.
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