Titolo: Guilty
Regia: Gustav Moller
Anno: 2018
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5
Asger Holm è un agente di polizia che
si è messo nei guai e per questo è stato confinato a rispondere al
numero d'emergenza insieme a più anziani colleghi. Vive questo
lavoro con insofferenza e agitazione, anche perché l'indomani lo
aspetta il processo che deciderà della sua carriera. Quando riceve
la telefonata disperata di una donna che dice di essere stata rapita,
Asger decide di mettersi in gioco e fare il possibile, fino a
scavalcare le regole, per non tralasciare alcuna possibilità. Il suo
desiderio di redenzione si incaglia però in un caso che è molto più
complesso di quello che sembra e le sue buone intenzioni rischiano di
avere effetti controproducenti per sé e per gli altri.
Avete presente quella che forse negli
ultimi anni è stata la sfida di diversi registi di girare un film in
un'unica location con un attore e un telefono?
Locke
in peso minore Compliance.
L'esordio di Moller però ha su tutti una marcia in più. L'abilità
del regista e dello sceneggiatore è stata in primis quella di
ovviare verso il poliziesco che dalla sua riesce sempre a cogliere
un intrattenimento maggiore viste le tematiche approfondite e se poi
aggiungiamo un dramma famigliare con colpo di scena finale
azzeccatissimo, una colpa inconfessabile, una lotta contro il tempo
e un attore che ci crede fino alla fine abbiamo risposto a quasi
tutte le domande. Un agente che ad un certo punto agisce senza
seguire il protocollo finendo per prendere sul personale una
vicenda, dove proprio il regolamento impone un certo distacco e una
distanza, quando vengono alla luce alcuni particolari inquietanti
diventa davvero difficile saper mantenere.
Un racconto minimale e originale che
dimostra ancora una volta, è lo farà sempre finchè c'è del
talento in giro e soprattutto delle buone idee, che è ancora
possibile vedere delle scene di un film senza che siano state girate,
solo attraverso le doti attoriali del suo protagonista. Una menzione
particolare alla soundtrack dove il sonoro riesce a cogliere tutte
quelle sfumature che servono ad ampliare la suspance della vicenda.
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