Titolo: Calibre
Regia: Matt Palmer
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5
La storia narra le vicende di Vaughn,
prossimo a divenire padre, che si dirige con l’amico Marcus verso
un isolato villaggio tra le colline scozzesi per un fine settimana di
caccia. Dopo una prima sera passata a bere pesantemente con gli
abitanti del posto, i due si addentreranno nella vasta foresta ma,
credendo di sparare a un cervo, Vaughn compie un gesto involontario.
Decidendo di insabbiare il tragico incidente, finiranno lentamente
risucchiati in un incubo senza fine fatto di scelte morali sempre più
insopportabili e impossibili.
Calibre fa parte di quel genere di film
che aveva uno dei suoi caposaldi post contemporanei nel bellissimo e
inquietante Kill
List, pietra miliare del
sotto genere.
Un film che aveva di nuovo fatto
emergere l'interesse per un certo tipo di paganesimo, i rituali,
l'esoterismo e infine tanta, tanta violenza.
Dopo di lui hanno cominciato ad uscirne
diversi, molti inglesi ma la maggior parte americani.
Alcuni di loro hanno saputo difendersi
bene attaccandosi con forza al folklore locale o chiamando in
cattedra leggende antiche che non devono essere dimenticate.
Palmer decide di girare un film tosto e
duro, dove preferisce rimanere ancorato alla realtà parlando di
persone e scelte, senza andare a chiamare in cattedra niente che non
si possa trovare in un pub scozzese. Il tema dei bifolchi locali, qui
con una piega diversa, riesce ad essere e rappresentare quello
scontro contro due cittadini che in fondo, in particolare uno, sono
solo alla ricerca di svago approfittando del fatto di essere dei
perfetti sconosciuti e forestieri in terra straniera e dunque di
poter approfittare della debolezza umana esercitata da un paio di
donne che nemmeno a farlo apposta, come in una tragedia greca, sono
alle basi dell'incidente scatenante.
Di nuovo un'indefinita e impalpabile
minaccia colpisce lo sventurato turista che si avventura in una
comunità liminale e isolata che arriva però alle orecchie dei due
stranieri grazie ai preziosi consigli del boss locale interpretato da
un Tony Curran sempre sul punto di esplodere.
Una festa locale, una battuta di
caccia, l'errore che non si dovrebbe mai commettere.
Il grosso problema di Calibre è che
non ha un vero colpo di scena e in fondo tutte le azioni prendono la
strada che ci si aspetta. Certo rimane duro nella messa
in scena e nelle prove attoriali funzionali e mai sopra le righe, ma
se si è un fan del genere, abituati a cibarsi con queste storie e
queste atmosfere, sinceramente a differenza di quasi tutta la critica
che ha parlato di un quasi capolavoro, ho trovato in alcuni momenti
il film anche decisamente fiacco.
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