Titolo: Murder Party
Regia: Jeremy Saulnier
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Una cena per festeggiare Halloween si
trasforma in un bagno di sangue.
Facciamo un salto all'indietro. Jeremy
Saulnier per gli amanti del cinema di genere è uno di quei nomi che
non si può non conoscere.
Questo è il suo primo lungometraggio
indie low-budget prima che il regista divenisse noto come almeno lo è
ora, dal momento che comunque diversi suoi film sono indipendenti pur
avendo avuto un discreto successo tra i festival e soprattutto tra il
pubblico.
Questo Murder Party è una scheggia
impazzita che Saulnier confeziona molto bene nella prima parte, per
poi farla esplodere completamente nell'atto finale esagerato,
splatter, gore e senza nessun limite. Un prodotto astuto tutto
interamente girato in un magazzino e in giro per i tetti e le
terrazze.
Un film nichilista dove l'alcool e le
sostanze diventano ancora una volta il pretesto per combattere la
noia della vita. Qui il gruppo di pazzi dove il protagonista finisce
seguendo un volantino, sono davvero quanto di più assurdo possa
trovarsi in una notte di Halloween, anche perchè non sono proprio
cattivi, ma annoiati che non sanno come sfogare la propria
frustrazione.
Nella prima parte ci viene mostrato il
protagonista, questa sorta di nerd che accetta di recarsi ad una
festa di cui non sa niente, ma lo capiamo fin dalle prime scene dove
lo vediamo in casa depresso che parla col gatto e mangia schifezze a
volontà. Insomma un personaggio patetico e abbastanza squallido come
capita spesso per i nerd o gli anti-eroi che poi riescono a diventare
simpatici o perchè sbottano o perchè fanno qualche azione che non
ci si aspettava (ma quasi sempre negativa).
Qui diciamo che il climax finale è
diverso e dovrete stabilire voi il livello di empatia con il
protagonista che da una certa parte del film, nel magazzino, quasi
scompare per dare spazio agli altri personaggi.
Un finale davvero truculento al
massimo, dove dovete aspettarvi di tutto, e non mancherà di
sorprendervi soprattutto per le frattaglie, motoseghe, linguaggio, e
tante altri elementi.
Un esordio significativo, come poteva
esserlo quello di Peter Jackson, dove infine passa anche un
metaforone sull'arte che seppur non originale, mi rispecchia
perfettamente per come anch'io forse come Saulnier, ho un'idea e un
pensiero terribile riguardo la quasi totalità dell'arte
contemporanea.
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