sabato 10 novembre 2018

Murder party


Titolo: Murder Party
Regia: Jeremy Saulnier
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una cena per festeggiare Halloween si trasforma in un bagno di sangue.

Facciamo un salto all'indietro. Jeremy Saulnier per gli amanti del cinema di genere è uno di quei nomi che non si può non conoscere.
Questo è il suo primo lungometraggio indie low-budget prima che il regista divenisse noto come almeno lo è ora, dal momento che comunque diversi suoi film sono indipendenti pur avendo avuto un discreto successo tra i festival e soprattutto tra il pubblico.
Questo Murder Party è una scheggia impazzita che Saulnier confeziona molto bene nella prima parte, per poi farla esplodere completamente nell'atto finale esagerato, splatter, gore e senza nessun limite. Un prodotto astuto tutto interamente girato in un magazzino e in giro per i tetti e le terrazze.
Un film nichilista dove l'alcool e le sostanze diventano ancora una volta il pretesto per combattere la noia della vita. Qui il gruppo di pazzi dove il protagonista finisce seguendo un volantino, sono davvero quanto di più assurdo possa trovarsi in una notte di Halloween, anche perchè non sono proprio cattivi, ma annoiati che non sanno come sfogare la propria frustrazione.
Nella prima parte ci viene mostrato il protagonista, questa sorta di nerd che accetta di recarsi ad una festa di cui non sa niente, ma lo capiamo fin dalle prime scene dove lo vediamo in casa depresso che parla col gatto e mangia schifezze a volontà. Insomma un personaggio patetico e abbastanza squallido come capita spesso per i nerd o gli anti-eroi che poi riescono a diventare simpatici o perchè sbottano o perchè fanno qualche azione che non ci si aspettava (ma quasi sempre negativa).
Qui diciamo che il climax finale è diverso e dovrete stabilire voi il livello di empatia con il protagonista che da una certa parte del film, nel magazzino, quasi scompare per dare spazio agli altri personaggi.
Un finale davvero truculento al massimo, dove dovete aspettarvi di tutto, e non mancherà di sorprendervi soprattutto per le frattaglie, motoseghe, linguaggio, e tante altri elementi.
Un esordio significativo, come poteva esserlo quello di Peter Jackson, dove infine passa anche un metaforone sull'arte che seppur non originale, mi rispecchia perfettamente per come anch'io forse come Saulnier, ho un'idea e un pensiero terribile riguardo la quasi totalità dell'arte contemporanea.

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