Titolo: Eat me
Regia: Jacqueline Wright
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Una donna tenta il suicidio e il
violento intruso che le ha salvato la vita supera i limiti della
resistenza umana e i confini del perdono.
Eat me è un dramma molto colorato e
ricco di ritmo e dialoghi feroci che sembrano prenderti letteralmente
a cazzotti in faccia. Un indie estremo, un film da camera dove c'è
forse solo una scena in esterno nel bel finale.
Un film che parte col botto, una donna
vuole suicidarsi e si mangia psicofarmaci a manetta, tiene in mano
vibratori, pensa alla sua vita di merda e poi sviene.
Arrivano due tipi, senza spiegare il
perchè ed entrambi vogliono scoparsela anche se lei è svenuta.
Uno esce a prendere la birra e tornerà
solo nel finale mentre l'altro inizia questa sfida tra sessi.
Eat Me è l’adattamento
cinematografico della commedia intitolata a LA Weekly
Uno scontro tra due loser. Lei cerca di
suicidarsi e lui vorrebbe stuprarla ma infine si interessa della sua
storia. Una specie di Venere
in pelliccia senza un
palco teatrale, senza la regia di Polanski, ma con due attori
inferociti che quando riescono a trovare l'enfasi e la complicità
giusta sparano giù duro peggio che in un dialogo pulp. Qui non si
perde un attimo, il film è sempre in crescendo senza lasciare
momenti di riflessione ed è un cinema molto fisico dove i due attori
combattono per contendersi la scena mettendosi continuamente le mani
addosso, con scene di tortura e rape & revenge.
Lei vorrebbe che lui la uccidesse ma
lui non può e non riesce nemmeno a farle male quando invece lei lo
provoca continuamente ed è tutto così.
Un gioco delle parti in cui anche i
ruoli di vittima e carnefice si ribaltano continuamente.
I monologhi e il climax finale sono
quasi da applauso.
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