giovedì 13 settembre 2018

Fidele


Titolo: Fidele
Regia: Michael R.Roskam
Anno: 2017
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Bénédicte, detta Bibi, è pilota di macchina da corsa. Quando Gino, detto Gigi, la incontra per caso, è amore a prima vista. Bibi ha una carriera e una famiglia, Gigi ha solo un grande segreto, che rischia di divorare entrambi. Fedeli al loro amore, i due andranno incontro ad un destino difficile.

Gigi e Bibi.
Voglio troppo bene al cinema di Roskam e al suo attore feticcio, Schoenaerts , per maltrattare questo pasticciato e confuso film che regala però dei momenti molto intensi e potenti che non possono mancare in un polar.
Estremo verso il finale forse esageratamente allucinato nella sua idea di raggiungere l'utopico e irraggiungibile fantasma dell'amore assoluto (l'ultima scena è quasi folle) Fidelè che da noi finalmente è arrivato anche nei cinema è un toccante ma incongruente ed eccessivo mix tra polar, noir, gangster movie, love story e adrenalinica corsa tra macchine, cani e umani.
Un film che apparentemenete ha una trama molto flebile dove però Roskam sembra inserire di tutto fino a farlo diventare straripante procedendo per accumulo ma allo stesso tempo riuscendo sempre ad avere una sua alchimia e un'armonia seppur negli eccessi che non mancano.
Un film con tante e brusche ellissi temporali che si sposta da una corsa a delle ville fatiscenti fino a delle celle minuscole o addirittura gabbie dove venir confinati.
Dal macro al micro. Tutto è così come nel cinema del regista belga.
Il merito più grosso che altrimenti avrebbe decretato un mezzo fallimento è quello dell'alchimia tra i due attori dove entrambi hanno uno spessore psicologico importante nonostante i loro segreti ci vengano rivelati fin da subito e conferisce soprattutto a Bibi un personaggio molto complesso che dopo essere stata presentata come forte e indipendente pilota finisce per diventare una sorta di martire dell’inguaribile e rovinoso stile di vita del suo Gigi, annullando la propria personalità per la salvaguardia di un amore tragicamente impossibile, sul quale la sceneggiatura fa piovere ogni sciagura possibile e immaginabile.


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