Titolo: As boas maneiras
Regia: Marco Dutra E Juliana Rojas
Anno: 2017
Paese: Brasile
Giudizio: 4/5
Clara, infermiera dalla periferia di
São Paulo, viene assunta dalla misteriosa e ricca Ana come
bambinaia, ancor prima che nasca il suo bambino. Presto le due donne
sviluppano un forte legame, ma una notte fatale cambia i loro piani
In Brasile esiste una tradizione di
storie legate alla licantropia, che di villaggio in villaggio si
tramandano e si trasformano (come gli zombi ad Haiti).
Ma che bella sorpresa questo dramma con
venature horror sui licantropi.
Il duo del collettivo "Film to
caixote" hanno avuto sicuramente tanta voglia e tanto coraggio
per scoperchiare una bella metafora politica attraverso un film di
genere.
Dramma, horror, musical e in parte
fantasy. Con una netta divisione in tre atti che ne sancisce una
narrazione mai banale, ma anzi continuamente supportata da una
costruzione e alcuni colpi di scena e passaggi di testimone molto
colti e funzionali. As boas maneiras passa da un primo atto più intimista ed
erotico agli ultimi due decisamente più ritmati e violenti per
finire con un'esplosione di avvenimenti che riescono ad essere essenziali
nella loro descrizione di un fenomeno tutt'altro che conosciuto.
I registi riescono a trattare l'eroticità in maniera intimista, affascinante, tenera con diverse scene saffiche davvero semplici e
molto dolci, presentando due protagoniste assolute che riescono nella
loro diversità e situazione economica, ha convolare in una storia
d'amore che vive di contrasti e di spaccature legate al misterioso
passato di Ana.
Il merito essenziale della pellicola è quello di
scardinare i generi cambiando registro narrativo di atto in atto, con
un crescendo nell'ultimo e un climax finale esplosivo che riesce a
mantenere una grande coerenza narrativa alternando stupore paura e
pathos
Un film profondamente politico e in
alcune scene volutamente sanguinolento senza mai eccedere nel gratuito. Per
alcuni versi potrebbe essere ricondotto ad una sorta di Rosemary's
Baby ambientato a San
Paolo con pochissime scene in esterno e un'ottimo impianto tecnico
con dei dialoghi che riescono a non essere mai banali ma invece
profondamente incisivi.
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