Titolo: Shape of Water
Regia: Guillermo del Toro
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Elisa, giovane donna muta, lavora in un
laboratorio scientifico di Baltimora dove gli americani combattono la
guerra fredda. Impiegata come donna delle pulizie, Elisa è legata da
profonda amicizia a Zelda, collega afroamericana che lotta per i suoi
diritti dentro il matrimonio e la società, e Giles, vicino di casa
omosessuale, discriminato sul lavoro. Diversi in un mondo di mostri
dall'aspetto rassicurante, scoprono che in laboratorio (soprav)vive
in cattività una creatura anfibia di grande intelligenza e
sensibilità. A rivelarle è Elisa. Condannata al silenzio e alla
solitudine, si innamora ricambiata di quel mistero capace di vivere
tra acqua e aria. Ma il loro sentimento dovrà presto fare i conti
con una gerarchia ostile incarnata dal dispotico Strickland. In piena
corsa alle stelle contro i russi, gli Stati Uniti non badano a spese
e a crudeltà. Per garantirsi e garantire al suo Paese un futuro
stellare, Strickland è deciso a tutto.
L'ultimo Del Toro incoronato a Venezia
è un grandissimo omaggio ai classici del cinema.
Un film con moltissime citazioni,
riferimenti, mescolamenti vari per arrivare a mettere in scena la
prima vera storia d'amore del regista che non poteva non trattarsi di
amore (at)ipico.
Il suo amore per il diverso che qui più
che mai viene esposto senza parole come il mutismo della protagonista
ma con i fatti e con i sentimenti.
Sin dall'inizio veniamo catapultati
nell'universo dell'autore.
Infatti subito dopo i titoli di coda
scendiamo di piano in piano dove la regia ci mostra i sotterranei
proprio come in MIMIC.
Ci sono degli aspetti insoliti per un
certo tipo di cinema classico che non disdegna alcuni momenti come
lei che si fa il bagno (nudo integrale) e si masturba nella vasca.
Per la prima volta il regista non nasconde questo bisogno e lo fa in
maniera incredibile contando che poi si legherà a quella follia e
anarchia di fondo che caratterizza Elsa.
E'una sorta di EDWARD MANI DI FORBICI
sotto molti aspetti.
La creatura ricorda per certi versi IL
MOSTRO DELLA LAGUNA NERA ma di recente può essere accostata ad una
delle creature provenienti dall'orrore cosmico di Lovecraft come la
creatura nella grapich novel di NEONOMICON o PROVIDENCE.
Il film è classico e abbastanza
uniforme nello svolgimento anche se a livello di sceneggiatura alcuni
cambi improvvisi di atmosfera o di toni rendono la narrazione un
climax di generi tra cui l'horror non viene di certo dimenticato ma
anzi viene evidenziato soprattutto nella tortura.
L'intero cast dove Elisa ruba la scena
agli umani e agli anfibi, riesce a ritrovare quell'atmosfera d'altri
tempi e il finale sappiatelo rischia di farvi venire quelle
lacrimuccie che per tutta la durata avete trattenuto molto bene.
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