Titolo: It-Prima parte
Regia: Andy Muschietti
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Ottobre 1988, nella cittadina di Derry.
Il piccolo Georgie esce di casa nella pioggia per far navigare la
barchetta di carta preparatagli dal fratello maggiore Billy,
costretto a casa dall'influenza. La barchetta scorre per i rivoli
lungo i marciapiedi, ma finisce in uno scolo che conduce alla rete
fognaria. Georgie, contrariato, si china a guardare nella feritoia e
incontra lo sguardo del bizzarro clown che abita nelle fogne,
Pennywise. Per quanto strano sia trovare un clown in quel luogo,
Georgie si intrattiene con lui sin quando il clown non lo addenta e
lo cattura portandolo giù con sé. Giugno 1989. A Derry vige il
coprifuoco a causa delle numerose sparizioni di persone, soprattutto
bambini.
E arriviamo ad uno dei film più attesi
dell'anno destinato a dividere critica e pubblico.
Un altro remake o come sostengono in
molti, la prima vera trasposizione del romanzo dopo trent'anni.
Un'operazione che la mia generazione non voleva ma il marketing dello
spettacolo sì ( la scelta di inserire tra i protagonisti Finn
Wolfhard, STRANGER THINGS, per intenderci la dice lunga)
Cosa si può dire di un'opera che ha
cambiato intenti e obbiettivi per cercare di dare visibilità pura ad
uno dei mostri "cult" dell'horror: un alieno vestito da
pagliaccio.
Visto ovviamente al cinema, ero curioso
sapendo già che il film avrebbe avuto un sequel come per celebre
miniserie.
Curioso vedere come Muschietti e soci
(parliamo di un progetto che se lo sono trovati tra le mani in tanti
con passaggi di regia e cambi all'ultimo e che dopo l'addio di
Fukunaga faceva presagire qualcosa di non buono) avrebbero creato
quel mondo mica così distante dalla realtà con protagonisti un
gruppetto di fragili adolescenti.
Due errori sacrosanti sono stati
commessi.
Pennywise rappresentava o meglio ha
sempre rappresentato quell'orrore da cui non ci si poteva difendere
che ti attaccava direttamente la psiche per rimanerci impresso come
per Freddy Krueger. In questo caso il clown arriva sempre con dei
jump scare che ancora ad oggi servono per il nuovo cinema horror a
voler e dover essere spaventosi per pochi secondi a differenza invece
di quelle espressioni di Curry che erano pura inquietudine. Con il
primo intento si urla e poi si dimentica, con il secondo si prova
paura, si rimane in silenzio e non si dimentica.
Questo It del 2017 spaventa facendo
piombare il clown da un momento all'altro senza però stare a
spiegare o approfondire alcuni intenti o alcune scelte ( avolte
piomba così da un momento all'altro) e purtroppo tocca vedere
Pennywise ne esce peggio di tutti pure dei ragazzini (mi spiace per
l'ennesimo Skarsgard di turno).
La miniserie del '90 di Wallace era
semplicemente disturbante, infatti il sangue e tanti elementi più
horror erano centellinati per cercare di sforzarsi il più possibile
sull'atmosfera e concentrarsi sulle storie e le paure reali dei
bambini.
Il problema del romanzo (che non ho
letto) è che è inadattabile per la nutrita serie di elementi e temi
che lo scrittore racconta. La miniserie ci ha provato pur non
riuscendoci del tutto ma almeno, soprattutto nella prima parte,
qualcosa di veramente brutto sulla citta di Derry come per Twin Peaks
c'è l'ha fatta annusare, oltre che regalarci la performance che
ancora adesso non può conoscere rivali che è quella del
mefistotelico Tim Curry segnando in maniera profonda l'immaginario
collettivo della mia generazione.
It prima di tutto è il racconto di
alcuni "losers", un gruppetto di ragazzini a cavallo tra
l'infanzia e l'età adulta che si trovano di fronte a quella cosa
indefinita che è il male del mondo dalle sue mille facce dal
pagliaccio al ragno ai genitori e via dicendo. Qualcosa che a lungo
hanno potuto ignorare ma che ora, che stan diventando grandi, devono
affrontare e metabolizzare in qualche modo.
Vorrebbe essere un film di formazione,
a tutti gli effetti, dove a differenza di Nightmare le colpe e il
male erano generati dagli stessi genitori, qui anche se in forma meno
diretta anche loro attraverso i bambini è come se non riuscissero a
vedere i mali di Derry che sono poi i mali di ognuno di noi.
Il secondo errore sacrosanto è che in
alcuni momenti Pennywise ha paura dei ragazzi, delle loro reazioni e
allora in quel piccolo preciso punto, il film muore sotto ogni punto
di vista.
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