Titolo: El Bar
Regia: Alex de la Iglesia
Anno: 2016
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5
Costretti a vivere una situazione
tragica rinchiusi all'interno di un bar, un gruppo di sconosciuti
comincia a confidarsi l'un l'altro.
"Oggi più che mai abbiamo paura
del dolore e della morte. Non ne parliamo neppure ai nostri figli
perché sappiamo di non avere le risposte. Non la capiamo e,
soprattutto, non vogliamo pensarci. Ciò causa un'insopportabile
tensione che, presto o tardi, si fa riconoscere con esplosioni di
incontrollata violenza o come una costante amarissima presenza nelle
nostre menti."
Il terrorismo è in ognuno di noi. Alex de la Iglesia continua con le sue schegge impazzite e finalmente ritorna in scena anche lui con un film tutto ambientato quasi in un'unica location, uno schema corale e tanta azione soprattutto nel finale per un film che manco a dirsi di nuovo coniuga un mezzo filone fanta-politico.
Il terrorismo è in ognuno di noi. Alex de la Iglesia continua con le sue schegge impazzite e finalmente ritorna in scena anche lui con un film tutto ambientato quasi in un'unica location, uno schema corale e tanta azione soprattutto nel finale per un film che manco a dirsi di nuovo coniuga un mezzo filone fanta-politico.
Una miscela esplosiva in cui il regista
spagnolo non va mai giù per il sottile ma infila i suoi topoi
cinematografici grazie al suo sceneggiatore di fiducia Guerrica con
cui confeziona un'opera feroce e graffiante, un equilibrato mix di
generi che, tra gustosi istinti da commedia nera e grottesca e una
violenza che rischia di sfociare nell'horror psicologico, dice la sua
sulla decadenza morale nella società contemporanea, in particolare
trovando in alcuni normalissimi personaggi delle storie e delle
modalità che lasciano basiti per scelte e azioni irreversibili.
El Bar costruisce pian piano dinamiche
sempre più interessanti e ferali, in cui il peggio degli individui
viene alla luce con spietata crudeltà in un grottesco disseminarsi
di ipotesi e colpi di scena che prima incuriosiscono e dopo lasciano
con il fiato sospeso fino all'energica resa dei conti finale,
lasciando trasparire dietro tutta la genuinità di genere
l'importanza di un vibrante messaggio. Purtroppo forse l'unica pecca
potrebbe essere quella di un finale tirato troppo per le lunghe e
abbastanza scontato ma che d'altronde è tipica del cinema del
regista che con quella punta di esagerazione finale che infila quasi
sempre nei suoi film da sempre risultati roccamboleschi e imprevisti
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