Titolo: If...
Regia: Lindsay Anderson
Anno: 1968
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5
Un college inglese, dopo la pausa
estiva, riapre le porte agli studenti. Tra il consueto svolgimento
delle lezioni, le celebrazioni in chiesa e l'attività sportiva, il
tempo libero è regolato dalle direttive di quattro "anziani"
- detti le "fruste" - ai quali il consiglio degli studenti
ha demandato il compito di educare i nuovi iscritti. Le reclute -
dette la "feccia" - devono imparare un linguaggio gergale
per far parte del gruppo; devono manifestare obbedienza e rispetto
verso i "superiori" ed ogni trasgressione o manchevolezza è
punita con umilianti sanzioni. Insofferenti della vita del college,
Mick Travis ed altre due "fruste" evadono, ogni tanto,
nella vicina cittadina in cerca di emozioni, e quando il corpo
insegnante decide di intervenire per restaurare la disciplina e
l'ordine interno, il loro rifiuto sfocia in aperta ribellione.
Scoperto un deposito di armi in un magazzino che per punizione devono
ripulire, il giorno della consegna dei diplomi, Mick e i suoi amici
cominciano a sparare all'impazzata. Nel caos più completo ha inizio
una vera e propria guerra.
Il genere fantapolitico, se poi così
si può chiamare, anche se oggi sarebbe in disuso, ha avuto
sicuramente la sua stagione d'oro e il suo bisogno di usare la
settima arte per raccontare alcuni importanti questioni o temi
scottanti che sorattutto in questo periodo politico e sociale stava
cambiando. Il college come specchio della società borghese riflette
molto bene il ruolo che possono avere le istituzioni, l'obbedienza e
il potere nonchè il gioco forza sugli studenti, cavie o se vogliamo
ancora "detenuti" che non possono fare altro che ubbidire a
delle norme imposte dall'alto.
Il regista nato in India, non ha girato
molti film ma è riuscito ad esempio a far diventare questo If...una
sorta di cult britannico, un film che riesce ad essere politicamente
scorreto, di contestazione, rivoluzionario e manifesto per alcuni
cambiamenti che si stavano andando a creare.
Tutta l'azione viene poi scandita in
otto parti (Il rientro, Il College, Tempo di scuola, Rito e
avventura, Disciplina, Resistenza, Verso la guerra, I Crociati),
descrivendo inoltre a parte "i superiori" (anche in toni
paradossali e grotteschi) la sofferta ricerca di una identità, tra
feccia e superiori, di una generazione lacerata all'interno da
spinte irrazionali ma unita contro la chiusura mentale degli adulti e
i meccanismi repressivi del potere.
Il film alla fine non è altro che un
attacco frontale contro una delle istituzioni tradizionali
dell'establishment britannico, il college, culla di una futura classe
conformista, ossequiosa nei confronti dell'autorità, amante delle
tradizioni e rispettosa di ogni tipo di convenzione.
Più che una semplice opera di denuncia
(in cui si parla anche di omosessualità in maniera audace, almeno
per l'epoca), rimane una pellicola inquietante e ben girata,
perfettamente al passo con quei tempi e difficile da dimenticare.
Valorizzato anche dalla notevole prova di Malcom McDowell, il film ha
ottenuto una significativa Palma d'oro al Festival di Cannes.
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