Titolo: Raw
Regia: Julia Ducournau
Anno: 2016
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
Justine, giovane studentessa. In
famiglia sono tutti veterinari di orientamento alimentare
vegetariano. Dal suo primo giorno alla facoltà di veterinaria,
Justine si distacca completamente dai valori familiari mangiando
carne. Le conseguenze non tardano ad arrivare e Justine rivela la sua
vera natura.
Raw è il film che aspettavo da tempo per diversi motivi tra cui la trama e il fatto che sia europeo e francese. Un circuito che quando si muove all'interno dei film di genere e soprattutto dell'horror non sbaglia quasi mai anche se negli ultimi anni ha regalato poche chicche straordinarie.
Grave è tante cose tra cui un horror
cannibalistico e un dramma formativo con sotto tematiche come l'amore
fraterno, la dieta e in particolare il vegetarianesimo. Infine il
crudele e carnivoro rito di iniziazione, una delle scene più belle e
che ha girato di più nei trailer, dove degli studenti più anziani
spingono nella bocca riluttante della giovane protagonista un grosso
pezzo di carne.
Justine subisce un vero e proprio
calvario (ed è magnifico che il padre sia l'attore feticcio di Du
Welz uno dei migliori registi in circolazione) da ragazza
anestetizzata, deflorata, svezzata e cannibalizzata inizia la sua
nuova redenzione, perdendo l'innocenza per indossare nuovi indumenti
rosso sangue, in un circuito tra vittime, carnefici e succubi, nonchè
gregari improvvisati che s'immolano come vittime sacrificali
lasciandosi letteralmente divorare dalla protagonista.
Alcune scene poi vi rimarranno impresse
nella psiche come la ceretta o il cat-fight tra le due sorelle a
colpi di morsi. Oppure la scena dei telefonini che la filmano mentre
sembra uno zombie legato che aspetta la carne da mangiare fino alle
scene di autofagia e tante altre cose belle e devastanti allo stesso
tempo. Un film decisamente potente, di forte impatto, che non
risparmia e lesina su nulla per concentrare tutta la sua forza
devastante, horrorifica ma soprattutto drammatica, di una ferocia che
può avere solo il volto di una straordinaria protagonista che si
abbandona al suo personaggio trasformandosi e dando forma a qualcosa
di nascosto e più profondo che alberga dentro di noi.
Un dramma moderno, nemmeno poi così
distante dalla realtà come i registi emergenti e quelli in gamba
sanno fare, con tutti i riguardi che ci ricorda la primordiale paura
di cambiare e di diventare qualcosa che non vogliamo o non possiamo
accettare ed essere sotto gli occhi e lo sguardo di una poetica,
quella di Ducornau, che speriamo di rivedere presto agli stessi
livelli.
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