Titolo: Johnny Mnemonic
Regia: Robert Longo
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Johnny è un corriere neurale, un uomo
con un impianto nel cranio che gli consente di usare il suo cervello
come un hard disk. Per fare spazio si è fatto cancellare i ricordi
della sua infanzia ed ha raddoppiato la capacità della sua memoria
con una espansione, ma la massa di dati che per una grossa somma ha
accettato di recapitare supera i suoi limiti, e lo porterà alla
morte se non sarà in grado di scaricarla entro breve tempo. Ciò che
Johnny ignora è che sta trasportando la formula criptata della cura
del male del secolo, il NAS (Sindrome da Attenuazione del Sistema
Nervoso), trafugata da alcuni ricercatori della Pharmakom che
vogliono renderla pubblica. Ma l'azienda farmaceutica che ne è
proprietaria è intenzionata invece a trarne il massimo profitto, ed
ha incaricato la Yakuza di recuperarla a qualsiasi costo.
Accompagnato dalla bella Jane, guardia del corpo contagiata dal NAS,
ed inseguito dai sicari giapponesi che dopo aver trucidato gli
scienziati ribelli vogliono ora letteralmente la sua testa, Johnny
trova rifugio tra i Lotek, e nella loro base riesce a decodificare la
formula ed a liberarsene prima che l'eccesso di dati nella sua mente
raggiunga il punto critico.
E'incredibile come alcuni film sci-fi
distopici riescano ancora ad oggi ad essere pungenti e
incredibilmente all'avanguardia. Johnny Mnemonic è un film d'azione
con tanti ingredienti mischiati all'interno. Una piccola rivincita
con alcuni aspetti cyber punk e il tentativo di renderlo etnicamente
vario e con tanti accessori e intuizioni interessanti e
d'avanguardia.
Il film di Longo è indubbiamente
sporco, un giocattolone con tanti difettucci di fabbrica e non solo
nel cervello del protagonista e nelle parti deboli dei Lotek.
Dal punto di vista dell'epoca e
dell'ambientazione il lavoro di ricostruzione e di computer grafica è
immenso pur lasciando alcune piccole pecche che a mio parere insieme
agli altri elementi fracassoni ne danno una certa dimensione appunto
che lo redono quasi un b-movie sporco e rozzo.
Per quanto concerne la sceneggiatura e
la storia bisogna inchinarsi di fronte a Gibson e la cura che ha
messo per questo primo film ispirato al suo racconto.
Proprio l'ambientazione nel 21°
secolo, cioè il nostro secolo, è curioso vederlo così
ipertecnologizzato come tanti altri registi credevano in quegli anni
vedendo l'incredibile sviluppo tecnologico. Johhny Mnemonic dello
sconosciuto Longo che sembra essersi perso dopo questo film (le major
lo avranno fatto sparire) pur avendo tantissimi limiti rimane quel
tentativo come per molti film di quegli anni, di riuscire a creare
un'opera contaminata da numerosissime influenze e tendenze. Un mondo
decadente dove tutti sono costretti a vendersi o vendere parti del
corpo per potersi potenziare, in cui l'egoismo è diventato il vero
mantra, in cui gruppi economici di dimensioni planetarie controllano
i loro enormi interessi ricorrendo senza scrupoli alla forza illegale
di organizzazioni criminali come la Yakuza, la potente mafia
giapponese impiegata in questo film in modo più che altro kitsch.
Allo strapotere delle multinazionali si contrappongono gruppi di
resistenza clandestini come i Lotek, che vivono, confusi
nell'eterogenea massa di una popolazione tagliata fuori e minacciata
dal nuovo morbo del secolo, tra le rovine fatiscenti e abbandonate
delle periferie urbane.
Infine un cast abbastanza importante
per l'anno di uscita dove al di là di Keanu Reeves che recita come
in tutti i film senza dimostrare particolari doti ma essendo di fatto
solo belloccio e bucando lo schermo ricordiamo le performance di
Lundgren nel Predicatore e Kier nel ruolo di Ralfi.
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