Titolo: Jack goes home
Regia: Thomas Dekker
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Jack Thurlowe è un editore di una
rivista di successo, con una bella fidanzata, Cleo, che è incinta di
sette mesi del loro primo figlio. Tuttavia, questa vita perfetta
viene sconvolta quando Jack scopre che i suoi genitori hanno subito
un terribile incidente d’auto nella sua città natale. Il suo amato
padre muore, mentre la madre Teresa sopravvive. Al ritorno a casa per
il funerale, la natura volatile del rapporto tra Jack e Teresa viene
in superficie e il costante cordoglio della città inizia a pesare
sul processo di lutto di Jack. Mentre arriva un nuovo misterioso
vicino di casa, Duncan, Jack trova alcune registrazioni audio e
videocassette lasciate dal padre, che lo portano a mettere in
discussione i ricordi dell’infanzia e il fondamento stesso della
sua identità. Mentre la pressione cresce e la sanità mentale si fa
labile, Jack scopre che il mondo idilliaco in cui ha creduto sin
dall’infanzia è in realtà un parco giochi da incubo pieno di
menzogne, inganni, violenze e omicidi.
Il secondo film del giovane Drekker
cerca di trovare in un'atmosfera molto particolare raccontando in
poche parole di come alcuni ritorni a casa non sempre siano così
piacevoli e sereni.
Il maggior contributo che il regista
sceglie e su cui punta è questa strana dimensione familiare che
accoglie il giovane e inquietante Jack (Rory Culkin è identico al
fratello maggiore ma con meno talento) raccontandogli segmenti
taciuti sulla sua vita e spingendosi nei recessi oscuri della mente
dove il protagonista segue e sceglie le dinamiche familiari piene di
segreti.
Un thriller psicologico indipendente
che vira quasi sull'horror che si piazza in quel filone e sottogenere
quasi tutto girato all'interno della casa dove le dinamiche scoppiano
nel giro di poco portando ad una esplosione tutti i dialoghi e le
azioni tra i vari componenti.
Purtroppo uno dei limiti di Drekker è
quello di non riuscire sempre a dare ritmo alla storia infatti
soprattutto nel secondo atto, la narrazione zoppica mostrando alcuni
momenti morti. I personaggi sono spesso caratterizzati in modo
esagerato e palesemente delirante anche se Lin Shaye riesce ad
essere maledettamente inquietante tenendoti incollato allo schermo.
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