Titolo: Dark Night
Regia: Tim Sutton
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
È un occhio che apre il film, un
occhio su cui si riflettono luci blue e rosse, luci che sembrano
provenire da uno schermo e invece si rivelano quelle di una volante
di polizia. Perché la catastrofe lentamente annunciata per tutto il
corso di Dark Night si è consumata proprio in un cinema, luogo che
forse più incarna il limbo tra la vita e la morte dove i personaggi
sullo schermo sono materia eterea, fantasmi. E come fantasmi si
muovono i protagonisti di Dark Night, esistenze vuote e svuotate
della periferia americana, storie banali nella loro eccezionalità
che andranno tutte a convergere proprio in una sala cinematografica.
Tim Sutton alla sua terza opera sembra
voler approfondire l'universo giovanile con tutti i suoi drammi e le
sue allusioni come già accadeva per l'esordio di PAVILLION.
Dark Night è un film che ancora una
volta urla in sordina tutto il dramma legato alle stragi giovanili.
Che siano quelle di Moore ma ancor di
più quelle ancora più riconoscibili di Van Sant (ELEPHANT
d'altronde è stato innegabilmente un precursore nel suo modo
assolutamente originale di mostrare il dramma in uno schema corale e
grazie ad una narrazione atipica).
Dark Night come nel titolo del film
rappresenta proprio quella notte oscura che tra il 19 e il 20 luglio
2012, nella cittadina di Aurora, si è portata via le vite di 12
persone uccise a colpi di arma da fuoco da un ventiquattrenne in un
cinema che proiettava proprio il terzo capitolo del noto supereroe.
Una notte oscura, perché sono ancora
molti i punti di domanda senza risposta, come spesso succede in casi
così estremi, su cosa spinga un ragazzo a compiere un gesto insano
come quello di organizzare una carneficina.
Dark Night in fondo è la cronaca di
una strage annunciata, seguendo la giornata di alcuni giovani
personaggi, tutti annoiati, all'interno di un quartiere residenziale
tutto villette con giardino, piscina e prati rosati, la fine del
sogno americano dunque nella sua noia e apatia senza fine.
Un ragazzo in particolare, ricco ed
annoiato, trascorre la giornata a pulire la sua micidiale arma e
muovendosi come un fantasma senza essere notato e senza che nessuno
si prende cura di lui. Dovrà tornare, ma di sera, in un cinema, per
dare sfogo alla sua frustrazione. Il dato peggiore in questi drammi
come mi verrebbe anche da citare l'opera di Villneuve POLYTECHNIQUE è
che lo spettatore sa benissimo cosa andrà incontro sapendo per di più
che i fatti successi e le tragedie da questo punto di vista non
insegnano niente, nemmeno grazie al cinema, cercando di
sensibilizzare l'opinione pubblica affinchè soprattutto negli Usa
qualsiasi ragazzino può entrare a contatto con un arma e fare quello
che gli pare con le vite degli altri.
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