martedì 27 giugno 2017

Dark Night

Titolo: Dark Night
Regia: Tim Sutton
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

È un occhio che apre il film, un occhio su cui si riflettono luci blue e rosse, luci che sembrano provenire da uno schermo e invece si rivelano quelle di una volante di polizia. Perché la catastrofe lentamente annunciata per tutto il corso di Dark Night si è consumata proprio in un cinema, luogo che forse più incarna il limbo tra la vita e la morte dove i personaggi sullo schermo sono materia eterea, fantasmi. E come fantasmi si muovono i protagonisti di Dark Night, esistenze vuote e svuotate della periferia americana, storie banali nella loro eccezionalità che andranno tutte a convergere proprio in una sala cinematografica.

Tim Sutton alla sua terza opera sembra voler approfondire l'universo giovanile con tutti i suoi drammi e le sue allusioni come già accadeva per l'esordio di PAVILLION.
Dark Night è un film che ancora una volta urla in sordina tutto il dramma legato alle stragi giovanili.
Che siano quelle di Moore ma ancor di più quelle ancora più riconoscibili di Van Sant (ELEPHANT d'altronde è stato innegabilmente un precursore nel suo modo assolutamente originale di mostrare il dramma in uno schema corale e grazie ad una narrazione atipica).
Dark Night come nel titolo del film rappresenta proprio quella notte oscura che tra il 19 e il 20 luglio 2012, nella cittadina di Aurora, si è portata via le vite di 12 persone uccise a colpi di arma da fuoco da un ventiquattrenne in un cinema che proiettava proprio il terzo capitolo del noto supereroe.
Una notte oscura, perché sono ancora molti i punti di domanda senza risposta, come spesso succede in casi così estremi, su cosa spinga un ragazzo a compiere un gesto insano come quello di organizzare una carneficina.
Dark Night in fondo è la cronaca di una strage annunciata, seguendo la giornata di alcuni giovani personaggi, tutti annoiati, all'interno di un quartiere residenziale tutto villette con giardino, piscina e prati rosati, la fine del sogno americano dunque nella sua noia e apatia senza fine.
Un ragazzo in particolare, ricco ed annoiato, trascorre la giornata a pulire la sua micidiale arma e muovendosi come un fantasma senza essere notato e senza che nessuno si prende cura di lui. Dovrà tornare, ma di sera, in un cinema, per dare sfogo alla sua frustrazione. Il dato peggiore in questi drammi come mi verrebbe anche da citare l'opera di Villneuve POLYTECHNIQUE è che lo spettatore sa benissimo cosa andrà incontro sapendo per di più che i fatti successi e le tragedie da questo punto di vista non insegnano niente, nemmeno grazie al cinema, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica affinchè soprattutto negli Usa qualsiasi ragazzino può entrare a contatto con un arma e fare quello che gli pare con le vite degli altri.


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