martedì 27 giugno 2017

Box 314: La rapina di Valencia

Titolo: Box 314: La rapina di Valencia
Regia: Daniel Calparsoro
Anno: 2016
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Una piovosa mattina un gruppo di ladri professionisti assalta una banca di Valencia. Ciò che in un primo momento sembra essere una rapina pulita e facile, si complica quando la direttrice della filiale rivela il segreto nascosto in una delle cassette di sicurezza. Da quel momento, niente andrà come previsto.

Dopo GUERREROS Calparsoro si occupa del suo secondo lungometraggio, in un momento splendido, florido e di rinascita per il cinema spagnolo. Accompagnato da un cast di spicco tra cui emerge, anche se in minima parte, il carisma di Tosar (attore che sottolineo sta facendo incetta di film assieme al buon Mario Casas tant'è che sono i due attori spagnoli più lanciati del momento assieme a Antonio de la Torre).
Box 314 è un heist-movie ad alta tensione che parte molto bene regalando un assedio che non aspetta molto a diventare subito un pesante thriller con sotto testi narrativi che prevedono doppi giochi e manovre politiche spietate, soprattutto quando vengono messi in mezzo i servizi segreti corrotti. Le banche sono cambiate e alimentate da nuove forze e poteri, questo è solo uno degli aspetti che il regista decide di approfondire all'interno del film senza mai scavare però come andrebbe dal secondo atto in avanti nelle psicologie di alcuni personaggi principali cercando di caratterizzarli oltre il minimo indispensabile. Una scelta che si rivela funzionale solo per alcuni aspetti mentre su altri genera dubbi e qualche perplessità nella dinamica degli intrecci.
L'atmosfera e l'azione non mancano così come i colpi di scena ben dosati anche se la maggior parte andavano approfonditi di più con il risultato che alcuni di questi soprattutto avvicinandosi al climax finale sembrano piuttosto telefonati.
Buona la fotografia tutta virata sul grigio e sui toni scuri come a cercare di aumentare il clima pesante e soffocante che vivono gli ostaggi e gli ladri all'interno della banca, entrambi ad un certo punto topolini in gabbia di uno stesso labirinto che di fatto abbiamo aiutato a creare e sviluppare.


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